Cecina, caos Pd dopo l'addio della Carli: Sos al partito regionale

Stefanini, consigliere comunale, attacca il sindaco e minaccia di uscire dal partito (ma non dal gruppo). Nomina della sostituta congelata. Il segretario Costalli stempera: "Dibattito costruttivo"

Samuele Lippi

Samuele Lippi

Cecina (Livorno), 26 agosto 2015 - Il dopo dimissioni della Carli per il Pd è un momento delicato, emergono critiche e disagi. C'è chi si dimette, vedi il presidente dell'assemblea Lessi, chi si espone attaccando il sindaco Lippi e chi tace. Si guardava all'assemblea di lunedì com una resa dei conti. E c'erano tutti, anche chi si vede raramente, come gli ex sindaci Paolo Pacini e Stefano Benedetti, la parlamentare Maria Grazia Rocchi, i 'livornesi' della Federazione. A dimostrazione di quanto il passaggio delle dimissioni dell'ormai ex vicesindaca e assessora alle Opere Pubbliche Giamila Carli (lei assente) fosse molto più che una formalità.

Come detto in molti si aspettavano una resa dei conti, quello che ne è uscito è un congelamento del partito e della nomina della sostituta, senza che peraltro l'ipotesi Burgalassi o altre eventuali siano mai state anche solo citate in tutta la serata. “E' stata una riunione pacifica, interventi anche critici ma costruttivi – è la versione ufficiale, quella del segretario Filippo Costalli -. L'addio di Giamila è stato doloroso, non ci siamo mai nascosti, c'era la possibilità che questa rottura potesse innescare delle conseguenze”.

Ecco che quindi è partito l'sos al partito, quello provinciale che ha seguito il percorso delle dimissioni dall'inizio, e adesso anche quello regionale con Antonio Mazzeo, renziano doc e nome da 90 del partito toscano, che interverrà per fare in qualche modo da mediatore. “Si è detto subito disponibile. Interverrà in qualche modo per riportare serenità”.

Serenità che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, chiaramente manca anche se in tutta l'assemblea le prese di posizioni forti sono state poche, una sola esplicita. Quella, come era prevedibile e già anticipato, di Fabio Stefanini, consigliere comunale legato alla Carli, che si è detto pronto a dimittersi dal partito pur restando nel gruppo consiliare e ha criticato fortemente il sindaco Samuele Lippi. L'accusa, sebbene il giorno dopo l'assemblea Stefanini si barrichi dietro il silenzio, è quella, non nuova, di essere troppo decisionista, di andare troppo veloce, di ridurre i consiglieri a delle mani alzate a comando. Anche lui però ha scelto di prendersi del tempo prima di decidere. Non ha cambiato idea invece Stefano Lessi, presidente, che si è dimesso dalla carica ma resta nel Pd, per divergenze di carattere nazionale e non solo.

“Come sta il partito? Ha dato prova di maturità , il dibattito quando è costruttivo è un segno di salute, lo dico senza retorica” tiene a ribadire Costalli. Lui stesso in realtà ha beghe non da poco all'interno della segreteria, dove anche un comunicato, quello in difesa del presidente del consiglio Valori sulla questione del consiglio aperto sulla sicurezza, o la gestione del gruppo facebook del Pd, diventano motivi di scontro.

La sensazione è che il caso Carli, una palese incompatibilità caratteriale tra due personaggi forti esplosa al momento del caso scuole, siano stati la miccia accesa in un partito dove lo scontro tra bande è pronto ad emergere e i tre segretari cambiati in meno di un anno ne sono la prova. E tra chi pensa che Lippi voglia essere 'uomo solo al comando' la possibilità che si tenga anche deleghe importanti come Opere Pubbliche e Urbanistica, come potrebbe essere nel caso della nomina della Burgalassi, non va giù. Poi ci sono i Riformisti che da tempo cercano di racimolare qualcosa e chi vorrebbe, come Laboratorio Democratico, un nome che non sia figlio del passato. “La valutazione su nuovo assessore e deleghe spetta solo a lui” ribadisce il Pd. Fatto sta che il sindaco ha rinviato nuovamente la nomina che scalpitava già per fare all'indomani delle dimissioni. Tutto aggiornato alla prossima assemblea quindi, tra una settimana-dieci giorni.