Camilla, la new entry dell'Acquario

E' un esemplare di tartaruga Caretta Caretta: salvata fuori dal porto della Capraia

La tartaruga Camilla

La tartaruga Camilla

Livorno, 22 agosto 2014 - E’ giunta questa mattina, intorno alle 8, all’Acquario di Livorno “Camilla” – l’esemplare di tartaruga marina Caretta caretta che era stata recuperata ieri da un diportista nelle acque fuori dal porto dell’Isola di Capraia, dopo essere stata trovata in evidenti difficoltà natatorie, e consegnata subito alla Capitaneria di Porto dell’isola. La tartaruga “Camilla” – questo il nome scelto per lei da chi le ha prestato i primi soccorsi - è da questa mattina nelle mani dello staff biologico e veterinario dell’Acquario di Livorno – gestito da Costa Edutainment S.p.A. – che se ne prenderà cura fino al momento del rilascio.  “Camilla” – un esemplare femmina di circa 5 anni di età stimata – al momento pesa circa 15 kg; il suo carapace ha una lunghezza di 52cm. 
Oltre all’Acquario di Livorno, sono stati coinvolti nelle operazioni di recupero della tartaruga marina “Camilla” i seguenti organi competenti: ARPAT TOSCANA, la Capitaneria di Porto di Livornol’Istituto Zooprofilattico di Pisa, il Corpo Forestale dello Stato, l’ASL 6 di Livorno, l’ Osservatorio Toscano dei Cetacei nell’ambito della rete toscana degli spiaggiamenti, coordinata dalla Regione Toscana.
Tartaruga marina Caretta caretta
La Caretta caretta, specie tipica delle regioni temperate, è sostanzialmente carnivora. Vive in mare aperto, ma ritorna alla terraferma per il fondamentale e delicato momento della riproduzione. Nel periodo della deposizione predilige spiagge in prossimità di coste rocciose, con fondali sufficientemente sicuri e ricchi di risorse alimentari. Tutte le tartarughe marine sono tutelate dalla Convenzione di Washington (C.I.T.E.S, la convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione), la cui applicazione è affidata e coordinata a livello nazionale dall’organo Corpo Forestale dello Stato – servizio C.I.T.E.S. Questi animali, infatti, spesso subiscono danni e sono sottoponibili a ricovero per varie cause, tra le principali: 
·                interferenze con le attività di pesca, principalmente dovute ai palamiti (è frequente la presenza di ami nella cavità boccale o nel tratto digerente, spesso evidenziato dal filo di nylon che fuoriesce ai margini della bocca) o alle reti (possono causare ferite, mutilazioni e, nel peggiore dei casi, il soffocamento degli animali);
 
·                ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili;
 
·                impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo (più di rado altrove);
 
·                patologie varie e traumi, sopracitati, che provocano lo spiaggiamento dell’animale (la tartaruga marina si spinge sul litorale esclusivamente per deporre le uova, ma non sono mai stati segnalati casi di riproduzione sulle spiagge della Liguria);
 
·                inquinamento con petrolio.
 
Ogni volta che una tartaruga viene soccorsa, la cosa migliore da farsi è informare subito le autorità competenti (Corpo Forestale dello Stato, Capitaneria di Porto), contattando la centrale operativa della Guardia Costiera al numero telefonico 0586/826.070 le autorità stabiliranno a quale istituto affidarla per le eventuali cure. Per l'emergenza in mare è attivo il numero blu 1530 gratuito sul tutto il territorio nazionale ed attivo 24 ore su 24 per 365 giorni all'anno.