Batteri nelle acque di Chioma e alle Spiagge Bianche: scatta il divieto di balneazione

Rosignano: i risultati portati alla luce dai campionamenti svolti nei giorni scorsi dall’Arpat e finalizzati ad una valutazione di idoneità alla balneazione per la stagione estiva 2016

Una vista sulle Spiagge Bianche a Vada

Una vista sulle Spiagge Bianche a Vada

Rosignano (Livorno), 19 maggio 2016 - Un netto incremento nella concentrazione di carico organico nelle acque di fronte a Chioma e alla porzione sud delle Spiagge Bianche. Questi i risultati portati alla luce dai campionamenti svolti nei giorni scorsi dall’Arpat nelle acque antistanti il nostro litorale e finalizzati ad una valutazione di idoneità alla balneazione per la stagione estiva 2016. Analisi che hanno rilevato un superamento dei parametri di sicurezza sanciti dalla legge e, dunque, messo in evidenza una situazione di allerta e rischi per la salute pubblica. Tant’è che nelle prossime ore l’amministrazione comunale provvederà ad emanare un’apposita e temporanea ordinanza di divieto di balneazione. Anche se va sottolineato che, almeno per il momento, il “carico organico” individuato dai campionamenti non è stato del tutto chiarito dall’Arpat che, come da prassi, attenderà il termine canonico delle 48 ore per fornire dati definitivi e relativi alla presenza di Escherichia Coli ed Enterococchi Intestinali. 

“L’Arpat - spiega il vicesindaco Daniele Donati - ci ha inviato i risultati delle analisi in cui viene confermata la presenza di carico organico, motivo per il quale si procederà con un'ordinanza di divieto. I nostri successivi riscontri, tuttavia, non hanno evidenziato nessun tipo di anomalia per quanto concerne sia gli impianti di depurazione presenti sul territorio sia la rete fognaria. Per questo motivo ipotizziamo che i recenti acquazzoni che si sono abbattuti sulla costa abbiano in qualche modo provocato la fuoriuscita di materiale organico da fossi. Chiederemo quindi all’Arpat di ripetere le analisi entro breve tempo”.

Da sottolineare che sono oltre dieci mesi che il Comune e Asa Spa stanno portando avanti un meticoloso lavoro con lo scopo di scongiurare ulteriori episodi di sversamento di liquami in mare. Un’incombenza che viene svolta con cadenza regolare dai tecnici preposti da quando il 24 agosto scorso un violento nubifragio colpì la costa provocando grossi disagi con molti tombini che strariparono il loro contenuto in mare (a causa del guasto delle stazioni di sollevamento di Caletta e del Quercetano) costringendo il sindaco Franchi ad ordinare il divieto di balneazione lungo quasi tutto il litorale della Perla per via dei valori di enterococchi intestinali e escherichia coli molto al di sopra della norma. Una situazione a dir poco grottesca e che scatenò proteste infuocate da parte degli operatori del comparto ricettivo, anche perché il “fattaccio” avvenne nel mese estivo di maggior affluenza, provocando dunque un danno economico e di immagine.