Arriva Esselunga e il Penny Market punta su Magrignano

Il marchio di Caprotti arriverà tra un anno mentre il discount è destinato al quartiere periferico della città

La zona dell'ex Fiat

La zona dell'ex Fiat

Livorno, 26 luglio 2015 - Esselunga aprirà il suo punto vendita nella sede della ex concessionaria Fiat sul viale Petrarca nel 2016. Dopo decenni di monocolore «Coop» con l’arrivo del sindaco Filippo Nogarin a Livorno sbarca l’atteso marchio di Caprotti. Da tempo però è iniziata una trattativa perché nelle vicinanze c’è un supermercato discount Penny (gruppo Billa). Un concorrente temibile per la politica dei prezzi che pratica ma, soprattutto, perché è l’unico supermercato in città che chiude alle 23. Dunque come si potrebbero conciliare? Pare che la soluzione potrebbe consistere nel trasloco del Penny Market nell’area a destinazione commerciale di Borgo di Magrignano, dove potrebbe insediarsi e farla da padrone. Infatti in questo quartiere dove risiedono 500 famiglie (potrebbero arrivare fino a 600) non c’è nulla, servizi assenti. Per cui la mossa si preannuncia come una vittoria a mani basse. Intanto, sul fronte politico, la base dei 5 Stelle è in fermento. Da una parte c’è chi esulta per l’annuncio dell’apertura nell’ottobre 2016 nell’area di Viale Petrarca nei locali dell’ex concessionaria Fiat. Le istruttorie sono in corso. Mirko Barbieri attivista grillino su Facebook commenta: «L’accordo per Esselunga prevede l’attivazione della filiera corta, forniture merci in ambito territoriale, 300 posti di lavoro. Ed è frutto dell’intesa tra Esselunga e l’amministrazione comunale che non è altro che una ricontrattazione di un atto concessorio e di una convenzione in essere da anni». Dall’altra sempre tra i 5 Stelle c’è chi, come Marco Valiani, attacca il sindaco Filippo Nogarin. 

«Nogarin si fa beffe di quanto dichiarato dai parlamentari 5 Stelle in campagna elettorale (per e regionali, ndr) totalmente contrari all’apertura degli ipermercati, va avanti per la sua strada, quella della cementificazione e della grande distribuzione, contro i negozi di vicinato (che rischieranno tutti la chiusura) e la filiera corta». Conclude senza tanti complimenti: «Va pure contro, per l’ennesima volta, a quanto scritto nel programma presentato ai cittadini dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, la sua distanza da una politica partecipata e senza compromessi». 

Mentre i grillini incrociano le spade sul web, l’assessore Cinque Stelle al commercio del Comune Paola Baldari è ottimista: «Contiamo che Esselunga apra i battenti entro il Natale 2016. Seguiamo da vicino la vicenda. Siamo fiduciosi tanto più che accanto alla ex Fiat sono ripresi come noto i lavori nel cantiere edile di pertinenza di Esselunga per completare la realizzazione di alcune decine di unità abitative, una quota delle quali sarà riservata all’emergenza abitativa». Dunque business e stato sociale che vanno a braccetto. Ma sulla vicenda Esselunga hanno pesato e non poco le polemiche nate quando il colosso milanese della grande distribuzione provò a sbarcare al Nuovo Centro, in aree a destinazione commerciale della famiglia Fremura. Mise gli occhi su queste aree anche il colosso rosso Unicoop Tirreno che per riuscire ad aggiudicarsele unì le sue forze con quelle di Unicoop Firenze e le soffiò al patròn di Esselunga, Bernardo Caprotti. La «santa allenza Coop» offrì nell’aprile 2010 alla famiglia Fremura 30 milioni di euro, Caprotti 40 milioni. Prevalse il sodalizio Coop. Ne nacque però un braccio di ferro a distanza tra Caprotti e Coop. Caprotti commentò all’epoca citando le parole della famiglia Fremura che si risolse poi ad accettare l’offerta Coop: «Esselunga non intende attaccare, aggredire e calunniare nessuno, semplicemente se in una importante città dell’Italia centrale il venditore di un terreno non ha la libertà di scegliersi il cliente perché sostiene ci che vive e lavora, la situazione dovrebbe suscitare qualche preoccupazione». Intervenne anche l’Autorità Garante della Concorrenza.