Arrestata la banda delle truffe del “finto maresciallo e del finto avvocato”

Diciotto colpi tra Livorno e provincia: tre napoletani in manette, è caccia al quarto complice In un caso l’anziana vittima era morta in seguito allo choc subito

Brillante operazione della Squadra Mobile e del Reparto operativo dei carabinieri di Livorno

Brillante operazione della Squadra Mobile e del Reparto operativo dei carabinieri di Livorno

Livorno, 30 aprile 2016 - Hanno agito insieme, polizia e carabinieri, per sgominare la cosiddetta banda delle truffe agli anziani del “finto maresciallo dei carabinieri”, un'operazione congiunta che ha portato a spiccare tre ordinanza di custodia cautelare in carcere, oltre ad altri provvedimenti di polizia.

Le ordinanze, richieste dalla Procura di Livorno e firmate dal Gip, sono state notificate  a Giovanni Barone, 36enne di Napoli, pluripregiudicato, che era già in carcere per altro motivo; Giovanni Barbato, 42enne di Napoli pluripregiudicato, colpito da custodia cautelare in carcere; Gennaro Cremiato 39enne di Napoli, pluripregiudicato, sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Un quarto complice, Luigi Pecoraro, 56enne di Napoli, pluripregiudicato, anch’egli colpito da custodia cautelare in carcere, è irreperibile, probabilmente fuggito all'estero. Altri due soggetti sono stati denunciati a piede libero.

Alla banda è contestata l'associazione a delinquere finalizzata alle truffe.

Secondo l'ipotesi dell'accusa, tra settembre e dicembre 2015 il gruppo ha messo a segno diverse truffe a Livorno, in tutto ben diciotto fra comsumate e tentate. 

Le indagini di carabinieri e polizia hanno però portato alla luce almeno un altro centinaio di truffe consumate dalla banda in numerose regioni italiane e sulle quali si indaga ancora.

La tecnica. I truffatori agiscono così: uno del gruppo si spaccia per avvocato e contatta al telefono le vittime, sempre persone avanti con gli anni, sulle utenze fisse, raccontando che uno dei loro figli o nipoti è stato fermato dai carabinieri perché coinvolto in un grave incidente stradale. Il finto avvocato dice ai malcapitati che c'è urgente bisogno di denaro perché sprovvisto di copertura assicurativa e che quel denaro va consegnato a un incaricato che si presenterà alla porta.

Subito dopo la chiamata il complice suona il campanello e si fa consegnare monili in oro, denaro contante e oggetti di valore. Le vittime vengono scelte con una specie di selezione preventiva, attraverso una brevissima telefonata, finalizzata a comprendere se l’interlocutore sia o meno una persona sufficientemente anziana.

Peraltro, nell'ambito della stessa indagine, già a novembre 2015 era stato arrestato un uomo a Lucca, tale Luigi Pecoraro, che aveva commesso due truffe ad altrettanti anziani. All’atto dell’arresto l’uomo fu trovato in possesso di 2.800 euro in contanti, rubati a un'anziana vittima.