All'improvviso la spunta Mutti. "Anch'io non me l'aspettavo"

Il nuovo allenatore del Livorno dovrà rianimare la squadra

Bortolo Mutti (fotoNovi)

Bortolo Mutti (fotoNovi)

Livorno, 26 novembre 2015 - UNA TELEFONATA all’improvviso, e tutto cambia. Di bòtto. Martedì sera Bortolo Mutti, senza una panchina esattamente dal 2 febbraio 2014 (esonero a Padova), è andato a letto normalmente. Al mattino, quando ancora dormiva, è arrivata la telefonata di Spinelli. «Mister – gli ha detto –, ho bisogno di lei». «Ho pensato che sul momento si trattasse di una telefonata interlocutoria – ha spiegato –, per capire le mie idee e eventualmente risentirsi». «No no – gli ha ribadito Spinelli –, ho bisogno di lei fin da subito, deve entrare in gioco. Se la sente?». A quel punto non c’ha pensato un attimo? «Non si fa fatica ad accettare Livorno, è una piazza che ha blasone e ambizione. La ricordo piacevolmente quando insieme al mio Messina conquistammo la A, c’era calore ed entusiasmo. Livorno ha passione, è una realtà che ho sempre ammirato. Già tempo addietro ci fu un colloquio, anni fa, ma poi non se ne fece di nulla. Adesso non ho avuto dubbi, ho accettato subito il progetto». Cosa le ha chiesto il presidente? «Mi ha detto di lavorare con grande tranquillità, c’è l’ambizione di far bene, sono conteneto del gruppo che c’è qui, il mio compito è rianimarlo e farlo crescere. Spero che possa diventare ben presto molto solido, ma ci vorrà un lavoro di settimana in settimana. Il presidente è stato deciso, io in 24 ore mi sono trovato qui, con grande entusiasmo e soddisfazione, pronto a lavorare con un gruppo che in parte già conosco. Ho trovato i ragazzi già molto motivati, spero proprio che sia un bel matrimonio». Di obiettivi specifici non ne avete parlato? «Il mio compito sarà quello di estrapolare il meglio e creare le situazioni giuste per fare bene. C’è un gruppo da valorizzare, a cui spero di poter dare una spinta nuova e diversa. Di certo sarebbe un peccato non centrare i playoff, visto che ci sono tanti giovani che finora hanno anche fatto molto bene». Come intenderà farlo? «Bisogna lavorare sulle certezze che già ci sono, dando motivazioni e offrendo garanzie. Ci vorrà grande senso di responsabilità». Negli ultimi anni Spinelli ha cambiato molte volte tecnico. Come si rapporterà con lui? «Con grande serenità, nella speranza di avere un confronto costruttivo. Ai presidenti va data la possibilità di prendersi delle libertà anche nei toni, Spinelli è un uomo di calcio e spero di dargli delle soddisfazioni. Sono convinto che quando sarà il momento darà anche conforto». Lei generalmente ha utilizzato il 4-4-2. Si fermerà a quello? «L’ho fatto di base ma spesso siamo passati anche al 4-3-3. I ragazzi hanno buona compatibilità, Pasquato può giocare vicino a Vantaggiato e non dimentichiamoci di Comi». Che situazione ha trovato negli spogliatoi? «Un gruppo di ragazzi ottimo, anche fin troppo bravi. Bisognerà parlare di più ed essere meno timidi in campo». Ha sentito Panucci? «Ancora no, lo chiamerò. Abbiamo lavorato insieme a Palermo, dispiace essere qui al posto suo, ci sono legato. Sono però contento, nonostante si sia trattata di una sorpresa anche per me».