Mercoledì 24 Aprile 2024

Fondi per alluvionati: da Livorno è partito un pullman di albanesi

Accade alla partita della Nazionale di calcio a Genova di Nicolò Cecioni

Lo striscione di solidarietà agli alluvionati di Genova

Lo striscione di solidarietà agli alluvionati di Genova

Livorno, 24 novembre 2014 - «Da quando siamo arrivati in Italia è sempre stato il nostro sogno vedere una partita tra l’Albania e gli azzurri. Finalmente adesso è diventato realtà». Mentre parla, Ernat Mica, ha lo sguardo fiero. E i suoi occhi trasmettono tutto l’orgoglio del popolo albanese. Lui è arrivato a Livorno esattamente 20 anni fa, insieme a molti altri suoi connazionali. In città sono oltre 2mila. Se lo incontri per strada, ti rendi conto che la fase dell’integrazione è superata da tempo. Capello corto, jeans strappati, collana d’argento indiano e tatuaggio con il Fides, Ernat è più livornese dei livornesi di scoglio. Da 8 anni ha aperto il chiosco Grattachecca sul viale Italia ed è diventato il re delle granite. È un assiduo frequentatore della Curva Nord e voga nel Pontino. Martedì si è svolta l’amichevole tra la Nazionale italiana e quella albanese a Genova e lui, che è nato a Shijak, nel cuore dell’Albania, non si è fatto scappare questa incredibile occasione. «Mi è venuta l’idea di organizzare un pullman – spiega –, pensavo bastasse. Ma alla fine ne sarebbero serviti almeno altri 2. È stata l’occasione per rivederci con tanti membri della comunità albanese di Livorno. All’inizio eravamo molto uniti, poi col tempo ognuno ha giustamente preso la sua strada e ci siamo un po’ persi di vista. Ma è bene così. Significa che ci siamo integrati bene. Abbiamo fatto nostro lo spirito di questa città, che storicamente è sempre stata aperta a tutti, e ormai ci sentiamo livornesi a tutti gli effetti. Abbiamo sostenuto gli scioperi degli operai Eni e Trw, andiamo allo stadio e lavoriamo praticamente tutti. Ma la partita è stata l’occasione per ritrovare l’orgoglio albanese». E così il pullman organizzato da Ernat, che nel frattempo ha avuto una bimba dalla sua compagna Sharon, ed è in attesa della secondogenita, si è diretto verso il Marassi di Genova.

«Ci siamo fatti aiutare da alcuni nostri amici dello stadio per preparare anche due striscioni. Il primo era per solidarietà a tutte le popolazioni alluvionate. Lo abbiamo firmato specificando che siamo albanesi di Livorno. Per noi era importante sottolinearlo. E proprio in piena sintonia con l’ironia labronica ne avevamo preparato un altro, satirico, con scritto “No alla tessera, sì al permesso di soggiorno”, ma non ce lo hanno fatto entrare. Era solo una battuta ma per non creare problemi lo abbiamo lasciato fuori. Dentro lo stadio è stata una festa, eravamo praticamente tutti albanesi, 400 solo dalla provincia di Livorno. Alla fine la nostra squadra ha perso, ma io non me ne sono nemmeno accorto».