{{IMG_SX}}Livorno, 6 agosto 2008 - L’hanno fermato ad un passo dal sogno. Negli occhi del 21enne Federico Turrini (nella foto), nuotatore azzurro, si legge tutto ciò che può provare un ragazzo che stava per assaporare il più grande palcoscenico sportivo del mondo, le Olimpiadi, e che invece gli è stato tolto con una formula ed un iter che al momento pare lasciare un pò a desiderare. Amarezza, delusione, voglia di dimenticare questo incubo. Il Tas (Tribunale arbitrale dello Sport) gli ha inflitto una squalifica di due anni, scaturita dalla non negatività al '19-norandrosteron' del giovane nuotatore dopo i mondiali militari a Hydebarad in India, nell’ottobre scorso.

 

Quello che suscita scalpore nel giovane è la modalità con la quale si è arrivati a tale decisione, dopo le sentenze di Cism e Fina, che lasciavano intravedere un epilogo meno drammatico, il Tas ha invece ridotto la difesa di Federico ad una memoria scritta, valutata in call conference da tre giudici, dopodichè ha deciso che questo ragazzo alle Olimpiadi non ci doveva andare. "Così mi hanno massacrato — ha commentato Federico —, sono sotto un treno, mi aspettavo una pena più ridotta, invece... mi hanno dato il massimo — prosegue — pensavo che davanti al Tas avrei potuto parlare, invece niente".

 

Già, si aspettava una pena più ridotta, la sostanza alla quale si riconduce il fatto era contenuta in un collirio che Federico aveva utilizzato per curare un’ulcera corneale. Aveva sempre ammesso la leggerezza commessa, seppur anche a distanza notevole dall’inizio dei giochi, sperando che la sua buona fede fosse ripagata dalle autorità competenti. Il farmaco, ad uso esterno e locale, aveva infatti un esclusivo uso terapeutico. A testimoniare e suggellare la totale buona fede in questione è il fatto che Federico a quei mondiali militari vince i 400 misti, si sottopone (di fatto volontariamente in quanto tutti i vincitori devono farlo) al test antidoping.

 

La sostanza incriminata dal test era quella utilizzata per curare l’ulcera corneale. Federico si autosospende dalle competizioni in attesa dell’esito del Cism (Consiglio internazionale sport militare), che gli toglie il titolo mondiale ma valuta la buona fede, lo sottopone ad ulteriori controlli di urine e sangue. Fila tutto liscio, caso archiviato. Il Tas poi comunica che la Wada (Agenzia mondiale antidoping) ricorre sulla sentenza del Cism, anche la Fina (Federation internationale de natation) apre poi un doping panel su Federico. Quest’ultima a Losanna si dichiara fuori, "non ha giurisdizione". Manca solo il Tas, la doccia fredda. Due anni di stop, la squalifica decorre dallo scorso 6 febbraio.

 

Carlo Chello, il vicepresidente Nuoto Livorno: "Non mi aspettavo questo epilogo, Federico non deve mollare, ha vent’anni". Il presidente del Coni Livono Gino Calderini: "Anch’io invito Federico a non mollare, parlerò con il Coni dopo i giochi, mi auspico che la sanzione possa essere ridotta". E’ un brutto momento, Federico lo sa, i suoi occhi parlano da soli, la delusione è enorme, e la sensazione di ingiustizia, forse, lo è molto di più.