2008-05-23
di MICHELA BERTI
SONO PARTITI con il traghetto delle 8,45 che salpa ogni martedì da Livorno e, prima di arrivare a Capraia, si ferma a largo della Gorgona, alcuni consiglieri provinciali per visitare l’isola carcere del Comune labronico. I membri della 2° commissione e della 4° hanno voluto conoscere la realtà di questa isola, paradiso ancora incontaminato dell’Arcipelago toscano. Presenti commissari di maggioranza ed opposizione ma nessun esponente del Partito Democratico. «Un ambiente complesso – dice Paola Sinatti di Sinistra Democratica presidente della 2° commissione – dove la vita dei detenuti è inserita in un contesto ambientale davvero unico». Accompagnati dall’ispettore Giovanni Martano, i commissari hanno osservato il lavoro dei detenuti: «Impegnate nell’agricoltura, nella pastorizia e nella pesca – continua la Sinatti – queste persone mantengono l’attività carcere, anche attraverso la vendita di prodotti». Si va dai vini, un passito ed un rosso profumato, frutto di tre vitigni Ansonica, San Giovese e Vermentino, che ha partecipato anche al Vinitaly, ai formaggi di mucca, capra e pecora.

«CI SONO STATI presentati molti problemi – continua la Sinatti – sui quali la Provincia non ha competenze specifiche ma in un settore possiamo fare qualcosa». Il riferimento è ai corsi di formazione professionale che la Provincia può attivare anche a Gorgona per la riqualificazione dei 60 detenuti. «Chiederemo un incontro con la direzione del carcere – dice la presidente – per capire le esigenze di questa realtà». Progetti anche per la polizia penitenziaria, una cinquantina di persone, che vivono tutte la difficoltà di un’isola raggiunta solo due volta alla settimana dal traghetto della Torema; per loro corsi di informatica, inglese e palestre.

LA GORGONA ha bisogno anche di manutenzione dei servizi a partire dall’approvvigionamento idrico con un dissalatore che deve compensare l’inefficienza dei pozzi per la produzione di 40mila litri di acqua al giorno. «Ci sono molti edifici decadenti – dice Benito Gragnoli di An – alcuni storici che andrebbero recuperati, magari con i fondi comunitari, altri smantellati e l’area bonificata. L’isola di Gorgona è bellissima ma ha bisogno di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni». Per non parlare del recupero dei beni storici come la fortezza pisana del 1200, ricorda Luciano Giannoni di Rifondazione Comunista, ed i resti di una villa romana che mostra ancora mosaici e dipinti. «L’isola carcere di Gorgona è un modello auspicabile – dice Valentina Danesin di Rifondazione – ma non dimentichiamoci dell’anziana che vive, unica residente, tutto l’anno su questo lembo di terra, a 20 miglia dal continente».