Giallo Mandolini, "chi ha visto l’auto di Marco ci chiami"

L’appello: "Quel giorno uscì varie volte dalla caserma, aveva un appuntamento" / ALZABANDIERA E LAPIDE SUL ROMITO

A sinistra, il fratello Francesco alla cerimonia commemorativa pochi giorni fa

A sinistra, il fratello Francesco alla cerimonia commemorativa pochi giorni fa

Livorno, 26 maggio 2015 - A DISTANZA di poco più di una settimana dalla commemorazione che gli amici e colleghi di Marco Mandolini, l’incursore del Col Moschin, caposcorta in Somalia del generale Bruno Loi, con elevati compiti di sicurezza, ucciso il 13 giugno di venti anni fa, hanno organizzato sulla scogliera del Romito dove si consumò il terribile omicidio, i familiari dopo aver lanciato un appello affinché nella Brigata Folgore chi sa qualcosa squarci il muro dell’omertà, lanciano un ulteriore appello e questa volta riguarda tutti i livornesi. Spiegano i familiari: «Marco quella mattina del 13 giugno di venti anni fa è andato a quell’appuntamento con la sua macchina. Una Mercedes station wagon, metallizata, una auto grossa con targa americana. Una macchina che specialmente in quegli anni non passava inosservata. Ci chiediamo è possibile che qualcuno, la stagione della spiaggia a Livorno era già cominciata, non abbia notato niente di sospetto. Non abbia magari visto Marco parlare con qualcuno e non abbia visto qualcuno vicino alla macchina. Ogni particolare anche il più insignficante può essere importante per le indagini, per smascherare chi ha ucciso Marco. Contiamo sulla coscienza di tutti per arrivare alla verità. Alcuni amici di Marco che hanno partecipato alla cerimonia livornese e poi si sono spostati in Versilia per fare attività fisica indossando la maglia che ricorda Marco sono stati avvicinati da persone che ricordavano questa vicenda. Anche per questo chiediamo ai livornesi di collaborare per quanto possibile anche in forma anonima».

INTANTO sugli spostamenti che quella mattina Marco Mandolini, militare esperto con alle spalle una carriera brillante nella grande famiglia della Folgore, ha compiuto emerge che l’incursore del Col Moschin sarebbe uscito più di una volta dalla caserma Paolo Vannucci per poi rientrare e poi raggiungere il Romito dove aveva un appuntamento. Perché lo ha fatto, forse perché la persona che doveva incontrare ha cambiato qualcosa nell’orario o nel luogo dell’incontro.

IL REBUS della scogliera del Romito viene passato al setaccio dagli investigatori che hanno riaperto il cold case nella speranza che le nuove tecniche scientifico investigative rivelino particolari ed elementi che conducano all’omicida del militare: Marco Mandolini conosceva il suo assassino e si fidava.

INOLTRE quella zona del Romito dove è stato ucciso viene utilizzata anche per attività di allenamento: è possibile che nessuno non abbia notato niente di particolare. Ci volesse farsi avanti può telefonare anche al numero di telefono della nostra redazione: 0586.813211.