"Oltre 700 migranti morti nel Mediterraneo in cinque giorni". Naufragio in Libia, 200 dispersi

I numeri dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Anche l'Alto Commissariati delle Nazioni Unite per i Rifugiati traccia un bilancio pesantissimo

Migranti soccorsi in mare (Ansa)

Migranti soccorsi in mare (Ansa)

Roma, 15 settembre 2014 - Sarebbero 700 i migranti morti nel Mediterraneo negli ultimi cinque giorni: è la stima comunicata dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). In particolare sarebbero circa 500 i dispersi del naufragio avvenuto la scorsa settimana 300 miglia al largo di Malta, molto probabilmente causato dagli stessi trafficanti che, da una seconda imbarcazione, avrebbero di proposito fatto colare a picco il barcone dei migranti, con i quali era nato un violento scontro. Ai 500 bisogna aggiungere i 200 dispersi del naufragio avvenuto domenica al largo della Libia e quelli di un terzo incidente con vittime di fronte alla costa egiziana. Gli operatori dell'Oim in Sicilia hanno raccolto la testimonianza dei due sopravvissuti, di nazionalità palestinese, alla tragedia al largo di Malta: due ragazzi fuggiti da Gaza e andati in Egitto a inizio settembre, soccorsi in alto mare dal mercantile panamense 'Pegasus' e portati a Pozzallo sabato. Se questa storia, su cui è stata avviata un'indagine, fosse confermata, si tratterebbe del naufragio più grave degli ultimi anni, ha precisato l'organizzazione. "Un episodio particolarmente grave in quanto non si tratterebbe di un incidente, ma di una strage" deliberata, sottolinea l'organizzazione intergovernativa di cui fanno parte 156 Paesi.

Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, i migranti - siriani, palestinesi, egiziani e sudanesi - sono partiti in 500 da Damietta, in Egitto, sabato 6 settembre. Tra loro anche molte famiglie con bambini e minori non accompagnati. Dopo aver già cambiato diverse imbarcazioni lungo la rotta, mercoledì scorso i trafficanti, a bordo di un altro natante, hanno chiesto ai migranti di "saltare" su un'ennesima nave più piccola e precaria. Comprendendo la pericolosità della situazione, molti si sono ribellati: ne è nato uno scontro con i trafficanti, che a un certo punto, innervositi, hanno speronato il barcone dei migranti dalla poppa facendolo affondare.

La maggior parte delle 500 persone sono cadute in mare e annegate, altre sono riuscite a restare a galla aggrappandosi a mezzi di fortuna: tra queste i due giovani palestinesi. Uno di loro ha raccontato all'Oim di essersi aggrappato a un salvagente con altre 7 persone, che col passare delle ore non hanno sostenuto la fatica. Dopo circa un giorno e mezzo il ragazzo è stato avvistato da altri migranti che erano stati salvati dal mercantile 'Pegasus', che stava portando in Sicilia 386 persone soccorse soccorse a bordo di un'altra imbarcazione intercettata in zona poco prima. Il secondo ragazzo palestinese, che era riuscito a restare a galla grazie al giubbotto di salvataggio che indossava, è stato recuperato poco dopo. I mezzi di soccorso maltesi e greci intervenuti nel frattempo nell'area avrebbero trovato e salvato altri 9 migranti appartenenti allo stesso gruppo.

Anche l'Unhcr traccia un bilancio. Tra 589 e 639 persone persone morte o disperse nei cinque naufragi  durante il week end. Si tratta di stime, precisa l'Unhcr, non confermate, soprattutto per quanto riguarda i dispersi, perché spesso vengono forniti da testimoni - cioè gli stessi sopravvissuti - e quindi non verificabili. "E' una crisi umanitaria senza precedenti" afferma in un tweet la portavoce in Italia dell'Unhcr, Carlotta Sami. Il primo naufragio, dettaglia l'Alto Commissariati delle Nazioni Unite per i Rifugiati, è avvenuto venerdì 13 settembre al largo di Malta, con un bilancio di 9 sopravvissuti e 300 dispersi. Il secondo, nello stesso giorno davanti alle coste egiziane, con 15 morti e 72 sopravvissuti. Poi, sempre venerdì scorso, davanti alle coste della Libia, da un altro naufragio sono stati recuperati tre cadaveri e 99 sopravvissuti. Sabato 14, il secondo naufragio davanti alle coste libiche, con un bilancio drammatico: 45 cadaveri recuperati - tra cui quelli di sei donne - e 75 sopravvissuti. Infine, sempre sabato e, al largo della Libia, l'ultimo naufragio con 26 morti e altrettanti sopravvissuti.