Scuole cattoliche e ruolo pubblico

Risponde il direttore de La Nazione

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Firenze, 28 luglio 2015 - Gentile direttore, la sentenza della Cassazione che impone a due scuole paritarie di Livorno di pagare Ici e Imu induce una riflessione. Il decreto parla di esenzione per immobili con funzioni didattiche. La Bocconi ricava dai suoi studenti 7 milioni e non paga l’Imu. E a Livorno vessano le materne delle suore che fanno fatica a tirare avanti! Fabiano Bermudez

 

Caro Bermudezin questi giorni su questo tema ne abbiamo sentite tante, la maggior parte delle quali improntate a posizioni precostituite: i cattolici a difendere le esenzioni dall’Imu, i laici ad opporvisi. Niente di male per carità, ma a mio avviso occorrerebbe andare al di dà della logica dell’appartenenza e fare alcune puntualizzazioni. Due su tutto. La prima è che ancora una volta la politica si è fatta precedere dalla magistratura, e ciò non va bene. La seconda è che le scuole cattoliche svolgono innegabilmente un ruolo pubblico, come lo svolgono altre istuituzioni private. Lei cita la Bocconi, ma ce ne sono altre anche meno famose. E quindi, parità per parità, il trattamento deve essere lo stesso. Perché una cosa era l’esenzione totale degli alberghi o dei negozi religiosi in vigore fino a qualche tempo fa a patto che ci fosse anche una piccola cappella, un’altra le scuole.