Diritti (o sprechi) acquisiti

Lettere a La Nazione, risponde il direttore Pier Francesco De Robertis

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Firenze, 5 maggio 2015 - La Consulta, bocciando i metodi di adeguamento delle pensioni, ha fatto contenti pensionati, Regioni, Comuni, sindacati e Stato. Infatti con il ricalcolo che l’Inps si appresta a fare e con la tassazione progressiva vigente, i pensionati beneficeranno della rivalutazione in misura minore. Perchè sugli importi che verranno restituiti il 50% andrà in tasse. Tullio Rufini

Caro Rufini, al di là di quello che lei dice e che in parte è vero visto che si tratta di redditi soggetti a tassazione, credo che i pensionati ne avranno i loro bei benefici. E ne saranno contenti. Forse tra tutti il meno contento sarà il ministro dell’Economia, visto che il conto pare piuttosto salato. Si parla di diversi miliardi, c’è chi dice dieci. Sono contento per i pensionati, meno per lo Stato. Perché il principio dei famosi «diritti acquisiti», che la Corte ha richiamato, non mi piace per niente, e so che spesso questi diritti acquisiti erano «regali acquisiti» o «sprechi acquisiti». Pensiamo alle famose pensioni di quindici anni sei mesi e un giorno. So che qualcuno storcerà il naso a sentire questa affermazione, e che la maggior parte delle pensioni sono strameritate ed è stato ingiusto toccarle. Ma penso che in passato si siano fatte concessioni troppo «facili» e quindi se prima o poi non ci si deciderà a toccare questi famosi «diritti acquisiti» i conti non torneranno davvero mai.