L'intelligence fa la differenza

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Firenze, 25 novembre 2015 - Caro direttore, non so se lei come me, con questi terroristi sotto casa nostra (addirittura dentro casa, se vogliamo dirla tutta) ha paura o no. Io le confesso che un po’ di brividi già li sentivo tempo fa, e dopo Parigi di più. Ma credo anche che il nostro Paese abbia investito sugli 007: certo, si dovrebbe fare di più però mi sento un po’ più sicuro.

Mario Lisetti, via mail

Caro Lisetti, certamente il periodo è di quelli che la paura la fanno venire a tutti, anche ai più calmi. Ne ho parlato altre volte. E gli avvenimenti tragici di ogni giorno sembrano metterci continuamente alla prova. Ma è anche vero che – lei ha centrato un aspetto fondamentale – un Paese deve avere una rete di contrafforti e sistemi di difesa che non possono limitarsi alle cosiddette forze dell’ordine e all’esercito. C’è tutto un sistema di intelligence che deve garantire informazioni rapide e sicure. Quelle che, in tempi di terrorismo spietato, strisciante e pronto a esplodere nelle nostre città, sono fondamentali e possono fare la differenza. Uno Stato deve poter contare sui suoi 007, e al loro reclutamento, preparazione, dislocazione sul territorio deve destinare fondi senza lesinare. Questa è la realtà. E se finora non siamo stati colpiti da attentati come è accaduto altrove forse molto merito è dei nostri servizi. Le forze politiche, nessuna esclusa, dovrebbero ricordarlo. Per il bene di tutti.