Pensioni d’oro, tagli poco corretti

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 20 agosto 2014 - GENTILE DIRETTORE, l’ultima trovata del Governo per tappare le falle dei conti pubblici, è quella di tassare le pensioni d’oro. Un prelievo sotto forma di contributo per chi prende più di 3.500 euro netti al mese. Ci saranno tanti privilegiati, pensionati della casta con decine di migliaia di euro al mese, nel mucchio. Spero che stavolta si passi dalle parole ai fatti. Piero Danti, Arezzo

 

SACCHEGGIARE chi sta godendo i frutti del lavoro di una vita, è un’idea poco nobile. Specialmente se l’entità della pensione, seppure alta, è maturata da certezze garantite negli anni. Non sono molto d’accordo con chi si accorge soltanto ora che all’interno della cosiddetta casta, c’erano privilegiati che incassavano fior di stipendi e sarebbero poi invecchiati con una pensione d’oro. Andare a recuperarli oggi, sa di prelievo a tradimento, nei confronti di chi, oltretutto, le tasse su quei soldi le ha già pagate. Comunque la prudenza del governo, lascia intuire che le pensioni vengono considerate un terreno minato, perciò l’intervento su quelle superiori ai 3500 euro è stato congelato. Certo, nell’ottica dei sacrifici necessari in un momento delicato, può sembrare giusto contribuire ad ogni livello, soprattutto se l’obiettivo è quello di aiutare gli esodati. Non dimentichiamo però, che gli sprechi si annidano negli anfratti più strani del nostro sistema: scovarli ed eliminarli in maniera strutturale, resta il compito primario della spending review.