Ai sindacati bastano le tessere

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

*************NON USARE MAI*********.

Firenze, 31 luglio 2015 - Caro direttore, ho letto la sua risposta al signor Andreazzoli sui sindacati. Non comprendo tanto astio, specialmente sulle questione dei pensionati. Che male c’è se i pensionati sono iscritti a un sindacato?

Sandro Gobbi, Lucca

Caro Gobbi, i sindacati, almeno in teoria, sono organizzazioni che rappresentano i lavoratori, chi è cioè all’interno del processo produttivo, e non mi pare giusto che ne facciano parte coloro che da quel processo sono usciti. Perché gli interessi, e quindi le esigenze, sono diverse. Chi è ormai in pensione è proteso solo a mantenere le posizioni conquistate, non è aperto alle novità e non è disponibile ai cambiamenti che invece ci sono e ci devono essere nel mondo del lavoro come in tutti i campi della vita sociale, e che devono essere governati, gestiti, ma non rifiutati. I sindacati di tutto questo se ne infischiano e accettano le iscrizioni dei pensionati perché sono tessere e quindi soldi. E molti. Tant’è che ormai i pensionati sono la parte maggioritaria delle organizzazioni sindacali. In teoria sarebbe molto più giusto e corretto che al sindacato aderisse invece quella miriade di giovani che nel mondo del lavoro non sono entrati. Forse le idee sindacali su Jobs Act e affini sarebbero diverse.