Cosa significa buona scuola?

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Firenze, 26 maggio 2015 - Gentile Direttore, potrebbe spiegarmi, in modo semplice, il concetto di ‘buona scuola’ espresso e desiderato dal premier Matteo Renzi?

Patrizio Pesce Livorno

Caro Pesce, non sembrandomi corretto prendere le parti del premier, proverò a spiegare quanto intendo io per ‘buona scuola’, concetto a un tempo vago e suggestivo, e in questo molto renziano anche se nel senso buono del termine. La buona scuola è quella scuola a cui si affidano i propri figli sapendo di non farli partecipare a una moderna lotteria nella quale i pochi fortunati riescono ad accaparrarsi aule decenti dove passare le mattinate e altri pochi incappano nella troppo bassa percentuale di professori preparati, volenterosi e professionali. Buona scuola è quella dove i docenti sono valutati per il merito e non in base all’anzianità come avviene per i magistrati e forze armate (e anche qui i disastri si vedono), dove i presidi hanno più voce in capitolo dei sindacati. Buona scuola è quella dove un paese civile è felice di far maturare la propria futura classe dirigente. Probabilmente Renzi la pensa allo stesso modo ma io posso limitarmi a parlare, lui – se vuole la bona scuola – non deve parlare ma agire. E non sempre l’ha fatto.

[email protected]