Processo Ruby senza fine

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Firenze, 1 luglio 2015 - CARO DIRETTORE, ho visto che i giornali hanno iniziato a parlare di Berlusconi e dei suoi guai giudiziari. Sinceramente non vedevamo l’ora che questa stagione fosse alle spalle. E invece si va avanti come niente fosse.

Giancarlo Carletti, Pisa

CARO CARLETTI, le confesso che a sentire parlare di «Ruby ter» mi vengono i brividi, perché mi pare di rivivere tempi oscuri quando assistevamo ai processi «Moro ter/ Moro quater» o ad altri maxi-processi per mafia. E invece siamo davanti a un reato, lo sfruttamento della prostituzione con annessi vari, che se non per Berlusconi, non viene mai perseguito da nessuna procura. Le parole per commentare sono finite, e cadono le braccia. Vorrei semmai concludere con una iperbole: credo che il lascito politico più significativo del berlusconismo, di questi venti anni contraddittori, sia l’aver mostrato a tutti, anche a chi non ci credeva, l’insano legame di certa magistratura con la politica. Dopo le decine e decine di processi a cui è stato sottoposto Berlusconi, dopo il «Ruby ter», la politicizzazione di una parte dei giudici è una realtà storica che può negare solo chi ha il prosciutto negli occhi. O è in malafede. Una stortura italiana.