Internet grande illusione

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Pier Francesco De Robertis, direttore della "Nazione"

Firenze, 30 giugno 2015 - EGREGIO DIRETTORE, completamente chiusi nel loro mondo virtuale i ragazzi di oggi sviluppano quasi una malattia. Stanno intere giornate in casa senza contatti con l’esterno e quando ce li hanno sono contatti che nascono dal virtuale che utilizzano. La famiglia si trova impotente di fronte a una situazione del genere. Quale terapia adottare?

Alessandro Bovicelli

CARO BOVICELLI, credo che in poche righe lei abbia toccato uno dei drammi o delle difficoltà di tanti genitori di oggi, che sono alle prese con figli che tendono a isolarsi in loro stessi, o a passare la metà del loro tempo davanti a un computer attaccato a internet. Pensano di comunicare con l’esterno, perché il mondo di internet è un oceano sconfinato, in realtà rispecchiano solo il loro io, e il tutto finisce per essere un esercizio sterile. Strano a dirsi, ma lo strumento che favorisce al massimo la comunicazione globale, planetaria, tende surrettiziamente a creare barriere tra noi e il resto del mondo. Ormai non si esce più di casa a vedere un amico e fare due parole, ma ci si mette sul divano a guardare Facebook... E’ la grande illusione della nostra epoca, che non riguarda solo gli adolescenti ma anche i grandi. Non ho teorie e non ho consigli. Se non quello di zittire un po’ i social network e di farsi un giro per strada. Noi e i nostri ragazzi.