Un fronte unito contro il crimine

Il vicedirettore de La Nazione Mauro Avellini risponde ai lettori

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 27 febbraio 2015 - CARO DIRETTORE, ultimamente a Perugia si sbandierava il fatto che era stato vinto il crimine, che c’erano meno drogati in giro, che il sindaco di destra era un eroe e via dicendo. Mi pare che la cronaca contraddica in pieno i benpensanti. Siamo punto a capo, e la politica non c’entra. Perché l’emergenza continua.  Sandro F., via mail

PERUGIA subisce il destino di tante altre città. Inutile tenere la contabilità dei morti per overdose o dei furti in casa. Le cose vanno meglio, ma vanno sempre male, come in tutti i grandi centri infiltrati dalle associazioni di stampo mafioso. L’attuale amministrazione di centrodestra, in continuità con la precedente di segno opposto, ma forse con maggiore convinzione, da tempo ha ingaggiato accanto alle forze dell’ordine una battaglia che cominciava a dare i suoi frutti. La percezione della sicurezza era molto cresciuta. Forse un fastidio, questo, per gli affari delle centrali malavitose che ammorbano non solo le periferie ma salgono fino al cuore dei centri urbani. Con la necessità, da parte dei boss, di dare nuovi segnali forti attraverso la manovalanza che oggi è tornata purtroppo a spadroneggiare nel salotto buono. Come dire: qui comandiamo noi. L’allarme del sindaco è preoccupante e impone una presa di coscienza da parte di tutti. L’azione delle forze dell’ordine deve essere accompagnata da un presidio politico e civile permanente. Come dire: non lasciateci soli.