Mercoledì 8 Maggio 2024

Se il marcio si vede c'è voglia di legalità

Il vicedirettore de La Nazione risponde ai lettori

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 30 gennaio 2015 - Caro direttore, che tristezza vedere la mafia anche in aree ritenute "vergini", come l’Umbria e l’Emilia-Romagna. Ci sono dentro tutti, come non accorgersene prima? A che serve la legge contro la corruzione? E che figura facciamo con gli altri cittadini europei? Quale credibilità avranno ora le nostre imprese e le nostre istituzioni?

Andrea Sarto, via mail

L’ITALIA risulta tra i paesi con il più alto livello di corruzione in Europa, ma il numero di condanne legate a questo tipo di reato resta molto basso. E’ il segno che non è stato fatto ancora abbastanza e che ci siamo svegliati solo quando gli impegni internazionali ci hanno costretto a a legiferare. L’«anti-corruzione» infatti ha solo due anni e l’Autorità che deve dare corpo e gambe alla normativa, per dare forse il buon esempio, è nata senza cassa. Un po’ poco per contrastare un fenomeno che alimenta la sfiducia verso le istituzioni, delegittima i meccanismi della rappresentanza e distrugge la nostra credibilità con gravi ricadute in termini di perdita di investimenti e di attrattività del sistema economico. Il rischio, e purtroppo la realtà, di infiltrazioni mafiose – come testimoniano le operazioni ‘Mondo di mezzo’ a Roma, ‘Quartopasso’ a Perugia ed ‘Aemilia’ in questi giorni – dimostrano che i territori del centro-nord sono vulnerabili come gli tutti gli altri. Ma se cominciamo a sentire il tintinnìo delle manette significa che c’è anche la volontà di riportare la legalità dentro la politica e nel mondo degli affari.