Le tante scuse della chiesa

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pierfrancesco De Robertis

Pierfrancesco De Robertis

Firenze, 29 giugno 2016 - Caro direttore, nel recente viaggio in Armenia il Papa ha chiesto scusa ai gay, e poi a una serie di altri soggetti. Scuse per i poveri, scuse alle donne sfruttate, scuse ai bambini violati, scuse per aver benedetto tante armi. Ma non le pare troppo un Papa che chiede scusa per tutto? Ugo Villa Firenze

Caro Villa, il Papa argentino ha tanti meriti e una grande visione e resterà certamente nella storia della Chiesa. Quindi occorre guardare al suo insegnamento con grande umiltà: ciò che magari adesso non comprendiamo potrebbe disvelarsi più avanti. Detto questo, con gli occhi e il metro di giudizio di oggi comprendo poco tutte queste scuse che a nome della Chiesa egli ha pronunciato nell’ultimo periodo. Che peraltro seguono alle scuse chieste su più temi da San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Anche perché altre grandi istituzioni mondiali (per non parlare delle altre religioni) che come la Chiesa hanno compiuto errori su errori, mai si sono sognati di fare lo stesso. La Chiesa avrà anche qualcosa da farsi perdonare dai poveri e dalle donne sfruttate, per esempio, ma se c’è un’istituzione che nei secoli è stata un punto di riferimento per tanta povera gente, questa è la Chiesa cattolica. Ma sicuramente sbaglierò io.

Twitter @pierderobertis