L’articolo 18 incubo o sogno?

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 1 ottobre 2014 - GENTILE DIRETTORE, non si fa che parlare dell’articolo 18. La vecchia guardia del Pd difende la riforma che l’ex ministro Fornero fece di quell’articolo. Renzi ne vorrebbe la radicale cancellazione. Non crede che il dibattito nella direzione del Pd sia stato surreale, nella misura in cui nessuno ha detto davvero che l’articolo 18 ingessa il mercato del lavoro? ​Mario Degl’Innocenti

A DIRE LA VERITA’ qualche esponente della minoranza ha sfidato Renzi a sostenere che l’occupazione non c’è per colpa dell’articolo 18. Ma quei ragionamenti sanno di muffa e portano le stimmate di una sinistra che il nuovo leader vorrebbe superare. E ha ragione: gli investitori stranieri si allontanano quando prendono coscienza del nostro statuto dei lavoratori. Però non è esatto dire che Renzi vuole la radicale cancellazione dell’articolo 18. Ci sono delle uscite di sicurezza che prevedono reintegri, verso le quali si sta orientando chi vuole trovare un accordo. Penso che l’articolo 18 sia il cavallo di Troia di chi vuole disarcionare Renzi e fa leva sulle sirene ideologiche. Eppure la base è ancora aggrappata alla speranza che il premier abbia ragione e sta dalla sua parte. A che serve, del resto, tornare indietro come suggeriscono i notabili democratici? Significherebbe, probabilmente, riconsegnare il Paese nelle mani dei vincitori di ieri, che proverebbero a fare le riforme che sta cercando di fare Renzi da sinistra.