La Spezia, 13 ottobre 2010 - La data di nascita non è mai stata tra gli ingredienti dei filtri d’amore. Però fa un certo effetto sentire dire che la differenza d’età in una coppia è di 42 anni: significa che manca totalmente un background storico comune, nessuna canzone condivisa nel momento. Paolo Casella, 64 anni, è nato in piazza Brin quando in piazza c’era ancora l’altra fontana, quando l’asfalto era rosso e il gelato costava 5 lire. Beatrice, 22 anni, invece è cresciuta con gli anni Novanta, con i ciucci colorati da attaccare allo zainetto e i primi file mp3.

 

Eppure Beatrice, che oggi studia da architetto, ha sempre avuto le idee molto chiare: "Quello è l’uomo della mia vita". Proprio quello, l’architetto con gli occhi chiari. Paolo e Beatrice raccontano oggi alle 16.10, ospiti di ‘La vita in diretta’, la trasmissione di Raiuno condotta da Lamberto Sposini e Mara Venier, la loro storia. La sorpresa di sentirsi attratti, loro così diversi, la determinazione di sancire quell’unione, che indubbiamente in pubblico suscita curiosità, fino al frutto di questo legame: Edoardo, 15 mesi.

 

"Credo che si abbia bisogno di trovare giustificazioni, qualsiasi cosa diversa spaventa, come un bianco con un nero — dice Paolo —. Sono sempre difficili i rapporti con l’esterno: ci si affida a dei clichés e tutto ciò che non vi rientra è ‘strano’ ". Nella tradizione giudaico-cristiana della Bibbia probabilmente la coppia non avrebbe suscitato alcun interrogativo: grandi differenze di età ce ne sono sempre state. Ma nelle strade del 2010 è inevitabile: "Ci rendiamo conto di non essere inosservati in pubblico", commenta Paolo.

 

Ma loro sono i primi ad esserne coscienti, a non ritenersi offesi quando chiedono se la mamma è la sorella e se il babbo è il nonno. "E’ stata buffa ad esempio una volta che eravamo al mercato io, Beatrice e sua madre. Si sono avvicinati e hanno fatto i complimenti al bambino. Poi hanno commentato “che moglie giovane si è scelto”. In realtà quella era mia suocera". Fortunatamente i bambini non hanno bisogno dei commenti della gente, hanno bisogno soltanto d’amore. "Forse anziché insegnarli a giocare a pallone gli insegnerò a giocare a scacchi, che differenza c’è?» si chiede Paolo. E aggiunge: "L’ esperienza ci ha consentito di selezionare le persone, abbiamo attorno amicizie consolidate che non si affidano ai pregiudizi e abbiamo approfondito amicizie che prima erano superficiali". Sì, questa famiglia ‘atipica’, che ha scelto di vivere a Pulica, un paese di sedici anime nella frazione di Fosdinovo, non deve dare spiegazioni. La risposta è semplice: è un fatto d’amore.