La Spezia, 15 settembre 2010 - L’invito formale a partecipare all’asta è stato rivolto ai diretti interessati: una decina di titolari di imprese di pompe funebri operanti del territorio spezzino e sarzanese. Ma nulla vieta che qualche semplice cittadino, desideroso di giocare d’anticipo sul destino a cui siamo tutti chiamati, si presenti per concorrere all’assegnazione dei beni, sicuramente insoliti per un incanto. Si tratta, infatti, di due feretri. Sì, di due preziose bare in noce massello, con accessori in bronzo, rivestimento in velluto rosso. Il loro prezzo base complessivo è di 7 mila euro (3.500 l’una). Tanto sono state valutate dall’ufficiale giudiziario in fase di pignoramento, un mesetto fa.

 

Alla base della messa all’asta c’è infatti un’azione di rivalsa per introitare una somma che, con le vie bonarie, non si è materializzata. La rivendica un professionista — nei confronti di una ditta che produce e commercializza i feretri — per le prestazioni svolte da oltre un anno a questa parte. L’asta — fissata per il 21 settembre prossimo nell’Istituto di vendite giudiziarie di via Mantelli 16 — arriva dopo il flop dei decreti ingiuntivi di pagamento. Nessuna remora, per il creditore, ad 'aggredire', col pignoramento, le bare, nell’auspicio di fare cassa. Ciò con la speranza che all’incanto si presentino gli operatori del settore, a cogliere quello che potrebbe rivelarsi un affare, magari se la prima battuta va deserta e il prezzo cala.

 

Ma la 'pubblicità' dell’incanto, seguendo le procedure solite, va al di là dell’invito rivolto, dal creditore, alle imprese di pompe funebri: è contenuta, infatti, nel 'bando' affisso in tribunale e sul sito Internet istituzionale che indica data e oggetto delle aste giudiziarie su tutto il territorio nazionale (www.astegiudiziarie.com). Quindi, potenzialmente, potrebbe presentarsi all’incanto anche chi, magari sentendo avvicinarsi l’ora del trapasso, vuole garantirsi un bel funerale, con bara di prestigio, manlevando i familiare dall’onere della scelta e della spesa. Certo, resterebbe poi il problema dell’'ingombro' nell’attesa dell’estremo saluto...

 

Discorsi questi ovviamente più vicini al paradosso che alla realtà. Ma le procedure per la pubblicità delle aste non conoscono limiti di divulgazione. E, teoricamente, potrebbe materializzarsi la sorpresa del semplice cittadino ’concorrente’. I precedenti, però non depongono per questa eventualità. In passato, infatti, quando era finita all’asta un’urna ceneraria, nessuno aveva risposto al battitore. E l’urna è ancora lì. In attesa di un altro incanto, con prezzo ribassato. Già ora, per quanto riguarda le bare, ci profilerebbe un rinvio dell’asta, motivato dalle difficoltà di trasporto in loco. Non resta che attendere il 21 settembre. Chi vivrà, vedrà.