La Spezia, 18 aprile 2014 - AFFETTO da scabbia e subito messo in isolamento dai medici, ha ugualmente abbandonato il centro di accoglienza di Varese Ligure, creando scompiglio tra gli abitanti del paese dell’alta Val di Vara (ma anche nel resto della provincia), pronti a chiamare l’ospedale per avere rassicurazioni. Protagonista, un giovane immigrato di origine eritrea, che assieme ad altri connazionali appena arrivati nel centro di accoglienza ha volontariamente abbandonato la struttura allestita dalla Croce Rossa italiana all’interno del centro polifunzionale “Giuseppe Leonardini”, per proseguire il viaggio della speranza. All’uomo, arrivato pochi giorni fa a Varese Ligure direttamente da Lampedusa, già nella serata, a poche ore dal suo arrivo, era stata diagnosticata la fastidiosissima infezione della pelle, i cui sintomi - prurito intenso e formazione di piccole protuberanze dolorose e vesciche - non avevano tardato a manifestarsi.

IL GIOVANE africano, visitato una prima volta assieme agli altri immigrati all’arrivo nell’ambulatorio infermieristico del centro di accoglienza di Varese, era stato immediatamente sottoposto a trattamento sanitario dai medici del servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl4 chiavarese (coadiuvati dal personale infermieristico della Croce rossa italiana), ed era stato successivamente isolato in una delle stanze del centro si accoglienza varesino. Qui, però, è rimasto ben poco rispetto ai tre giorni previsti di terapia antibiotica somministrata all’uomo dai medici. L’eritreo, assieme ad altri tredici immigrati arrivati assieme a lui a Varese Ligure, ha fatto immediatamente perdere le proprie tracce: uscito per un giro in zona, non ha fatto più rientro al centro, dove sono rimaste solo quattro persone, le uniche decise a inoltrare richiesta di asilo politico in Italia, portate proprio ieri in Questura per le formalità burocratiche.

PROPRIO nel paese dell’alta Val di Vara, la notizia ha ben presto raggiunto la cittadinanza, provocando scompiglio. Molti degli immigrati giunti a Varese Ligure erano stati visti mentre si aggiravano per i carrugi del “borgo rotondo”: così sono stati diversi i cittadini che, venuti a conoscenza di quanto accaduto, non hanno esitato a prendere il telefono per contattare l’Asl4 chiavarese e l’ospedale di Lavagna per capire se fosse necessario sottoporsi a profilassi contro quella malattia infettiva contagiosa. Procedure di prevenzione medica che invece hanno riguardato tutti gli altri ospiti nel centro d’accoglienza e anche il personale medico, inferimieristico e volontario in servizio presso la struttura di accoglienza varesina.

L’IMMEDIATO intervento del personale della Croce Rossa ha comunque impedito che la malattia proliferasse in maniera più decisa, ma c’è comunque preoccupazione per lo stato di salute del giovane di origine eritrea, arrivato da Lampedusa assieme ad altri ventitré immigrati pochi giorni fa. Uomini, donne e bambini che, dopo essere giunti dalla Sicilia a Pisa in aereo, erano stati trasportati prima al centro di protezione civile di Santo Stefano di Magra e poi smistati nei due centri della vallata, a Varese e a Riccò del Golfo. Di ventiquattro, sono rimasti in quattro. Gli altri, sono scappati durante la notte, a poco più di un giorno dal loro arrivo e ancor prima di essere identificati dalle forze dell’ordine. A Varese si sono allontanati volontariamente quattordici dei diciotto ospiti del centro “Leonardini”. A Riccò, le tre mamme e i rispettivi bambini (il più grande ha cinque anni) hanno dormito nella struttura messa a disposizione dall’amministrazione comunale solo per una notte, prima di scappare per proseguire il proprio viaggio della speranza.