di MARZIO PELU'

La Spezia, 19 marzo 2014 - «Spezia is a special city. And I love Italy, I love you all: you are my family». Passione e amore, perché «love is the answer» secondo Glenn Hughes, la Voce del Rock, martedì sera in concerto alla Spezia per il recupero e la salvaguardia dell'Isola del Tino. Amore per la musica, amore per l'ambiente, amore per l'Italia che lo ha sempre ospitato con affetto (Hughes ha anche vissuto a Roma per un periodo), amore per chi segue l'ex Trapeze e Deep Purple (e tanto altro), che, l'altra sera, sul palco del Civico, voce e chitarra e nient'altro, non si è risparmiato, dando tutto se stesso e regalando più di un'emozione con pezzi di storia del rock come "Mistreated", "Cold" e "I found a woman" .

400 circa le persone accorse al Teatro della Spezia per un evento più unico che raro, cioè ascoltare il cantante-bassista - definito da Stevie Wonder «il più nero dei cantanti bianchi» - in una performance acustica dei più grandi successi della sua carriera: i brani dei Mark III e IV dei Deep Purple che con lui e grazie a lui scoprirono una sorprendente vena blues-funky, quelli dei mitici Trapeze, e ancora pezzi degli album da solista o dei Black  Country Communion, sua ultima band prima di quella attuale, i California Breed, con Andrew Watt alla chitarra e Jason Bonham (degno figlio di John dei Lez Zeppelin) alla batteria.

PRIMA dell'esibizione, si è svolta sul palco del Civico la presentazione dell'evento da parte dei vertici della "SpecTec", l'azienda che ha di fatto portato Glenn Hughes a Spezia, grazie all'amicizia che lega l'artista e uno dei dirigenti dell'azienda stessa, l'ingegner Giampiero Soncini. Il direttore della "SpecTec", Stefano Foti, ha spiegato il motivo dell'iniziativa: il recupero ambientale dell'Isola del Tino e la ristrutturazione del suo faro. Un'iniziativa, quella della "SpecTec", che ha incontrato il favore del Comune della Spezia e della Marina Militare che l'hanno patrocinata senza esitazioni, e di una serie di aziende e associazioni locali: La Spezia Container Terminal, Banca Popolare di Vicenza, Consorzio Tecnomar, Gruppo Laghezzi, Circolo La Sprugola e Fai. Poi, sempre prima del concerto, il sindaco Massimo Federici e l'ammiraglio Andrea Toscano hanno consegnato una targa all'artista accolto sul palco da una vera e propria ovazione del pubblico (prevalentemente di rockers, di fans dei Deep Purple e di Hughes in particolare) e presentato dall'amico Soncini che ha ripercorso brevemente la carriera dell'artista. Poi, il microfono è passato a Glenn. E si è sentito...

THE VOICE OF ROCK non si è smentito. Nell'ora e mezza di concerto spezzino, la sua voce - alla tenera di età di 62 anni - ha letteralmente "spaccato", senza mai una sbavatura, mai un'imperfezione nonostante acuti impossibili per chiunque altro. Glenn l'ha tirata al massimo, sempre, in ogni pezzo, dal primo all'ultimo, scaldando e trascinando il pubblico come se sul palco ci fossero batteria-basso-chitarre-tastiere e il più potente front-man che il rock abbia mai conosciuto. Il tutto con la sola forza della voce, accompagnata dalla chitarra. In scaletta, pietre miliari della sua carriera da solista come "I found a woman" e "Don't let me bleed", entrambe cantate con un'interpretazione quasi commovente; evergreen del rock come "Nights in white satin" (che acuti!) e poi ovviamente classici dei Trapeze come "Medusa" o dei Deep Purple come "Sail away", "Mistreated", "Holy man" e "Keep on moving" che hanno motivato più di una standing ovation, fino a quella finale. Ogni pezzo è stato ri-arrangiato in chiave acustica (only for guitar!) da Glenn che si è rivelato un ottimo chitarrista, oltre che _ e questo già lo sapeva anche chi non l'aveva mai visto in questa veste one-man-band _ uno straordinario bassista rock, blues e funky. Tanti altri ancora i pezzi interpretati, con l'immancabile dedica a Tommy Bolin, indimenticato chitarrista dei Deep Purple (Mark IV) che sostituì alla grande Ritchie Blackmore quando quest'ultimo decise di lasciare il gruppo. Proprio "You keep on moving", che nell'esibizione al Civico ha fatto venire la pelle d'oca ai fans più accaniti dei Deep Purple, è il brano che chiude "Come taste the band", l'unico album in studio al quale lavorò Bolin con Hughes, Coverdale, Lord e Paice nel 1975. Poi, nel 1976, la morte del chitarrista per overdose, a soli 25 anni.  Glenn, che invece dalla droga riuscì ad uscire, lo ricorda sempre, praticamente ad ogni concerto. E così ha fatto anche a Spezia.

DOPO l'esibizione, Hughes è stato atteso sotto il palco dai tanti fans che desideravano farsi autografare questo o quel disco: c'era chi aveva con sé lo stesso "Come taste the band" in vinile, chi "Made in Europe", chi il cd di "Burn" e chi, ancora, l'autobiografia dell'artista. Qualcuno è arrivato addirittura con il mega-poster dell'esibizione spezzina e ha chiesto a Hughes una dedica ad hoc sul manifesto. Il cantante-bassista non ha detto «no» a nessuno, ha firmato tutto e si è fatto fotografare con chiunque glielo chiedesse. Poi, via dal Teatro quando ormai era mezzanotte passata. Ma la sua presenza spezzina non si è esaurita lì. Hughes ha infatti in programma, dopo lo show al Civico, una visita all'Isola del Tino per la quale ha suonato a Spezia e poi un vero e proprio tour delle bellezze spezzine (Lerici, Porto Venere, le Cinque Terre, la Riviera, Sarzana, e via dicendo) fino a venerdì. Dopodiché, tornerà a Los Angeles per la promozione mondiale del nuovo disco, quello con i California Breed. Che già, manco a dirlo, si preannuncia una bomba.

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