La Spezia, 9 marzo 2013 - ACCUSATO del reato infamante di violenza sessuale, è stato assolto dal collegio del tribunale (presidente Francesco Sorrentino, a latere Mario De Bellis e Giuseppe Pavich). L’imputato, Giancarlo Castè, operaio di Riomaggiore, oggi 63enne, malgrado la serrata requisitoria del pubblico ministero Claudia Merlino e l’accorata difesa della parte civile rappresentata dall’avvocato Luigi Camilli, è uscito indenne. I giudici del collegio penale l’hanno assolto perchè il fatto non sussiste. La pubblica accusa aveva chiesto una condanna a sei anni, poi ridotta a quattro perché l’uomo non aveva precedenti.


L’EPISODIO che ha trascinato alla sbarra l’uomo, difeso di fiducia dall’avvocato Giuliana Feliciani, era avvenuto il 14 luglio 2006. Questi si era offerto di darle un passaggio dopo che erano usciti da un locale dell’Umbertino, attorno all’una di notte. Castè si era prestato di accompagnare a casa la giovane, all’epoca ventiquattrenne. Ma l’uomo, avrebbe abusato di lei nell’auto. Secondo l’accusa, le sarebbe saltato addosso, toccandola nelle parti intime e solo la reazione della ragazza avrebbe evitato la consumazione di un rapporto sessuale. La giovane, presa dalla disperazione, uscì dall’abitacolo, chiedendo aiuto: un abitante allertò i carabinieri.

Il difensore dell’imputato, Giuliana Feliciani, ha sempre sostenuto la innocenza dell’uomo e già nelle precedenti udienze aveva dato battaglia anche sui tabulati telefonici. E proprio dalle celle è emerso che quella sera la ragazza alle tre del mattino non si trovava, come sempre riferito in aula, nella zona della Foce ma addirittura in un altro Comune. Per i giudici, dunque, è stata una pura invenzione della ragazza. A far pendere l’ago della bilancia a favore dell’innocenza dell’uomo, anche due denunce che la vittima presentò nei confronti di un autista Atc e di un insegnante per molestie sessuali.

Entrambi gli imputati vennero assolti con sentenza passata in giudicato. Non solo ma anche il dottor Renato, biologo e consulente della difesa, aveva formulato che dalle analisi sugli slip sui pantaloncini della donna, non c’erano presenze di sostanze organiche riconducibili all’imputato. ll collegio del tribunale, dopo la lettura del dispositivo della sentenza, s’è preso sessanta giorni di tempo per le motivazioni. L’avvocato di parte civile, dopo la lettura del dispositivo, eventualmente interporrà appello.
Gian Paolo Battini