La Spezia, 25 gennaio 2013 - Lunga attesa per l’avvocato Carlo Antola nella caserma dei carabinieri di Sarzana, dove era presente il colonnello Paolo Storoni, comandante dei Ros della Liguria, per essere ascoltato come persona informata sui fatti sul sequestro Calevo.

Prima di lui sono stati sentiti due immobiliaristi della Val di Magra, anche loro come persone informate sui fatti, che, a quanto sembra, avrebbero riferito su alcune proprietà di Pierluigi Destri, il principale accusatore per il rapimento dell’imprenditore di Lerici.

Antola che era accompagnato dal legale che lo assiste, l’avvocato Andrea Guastini, è arrivato puntuale in caserma nel primo pomeriggio è entrato nell’ufficio attorno alle 19. E’ apparso molto tranquillo, deciso a spiegare le numerose telefonate con il cugino e fornire la sua versione su alcune intercettazioni telefoniche che lo riguardano. Del resto come avevano riferito l’avvocato Antola non è stato mai indagato sulla vicenda, né tantomeno ricercato. Un paio di giorni fa invece, anche se la notizia è stata tenuta segreta, in carcere alla Spezia è stato interrogato dal Pm dell’antimafia di Genova, Federico Panichi, Fabijon Vila, il giovane albanese difeso dall’avvocato Paolo Mione che assiste anche Davide Bandoni, il nipote di Destri.

Era stato proprio il suo legale a chiedere ai giudici di ascoltare Vila che in precedenza, subito dopo l’arresto, si era avvalso della facoltà di non rispondere. L’albanese, secondo quanto è emerso - anche in questo caso come nei precedenti l’interrogatorio è stato secretato - avrebbe dichiarato la sua completa estraneità sia all’assalto a villa Calevo che alle varie fasi del sequestro.

Vila avrebbe fornito anche la spiegazione sulla presenza nelle vicinanze dell’abitazione dell’imprenditore di Lerici e sulle intercettazioni ambientali che lo riguardano. Bisognerà capire se le sue parole hanno convito il Pm.

Intanto il quadro accusatorio deve essere ancora ben delineato, soprattutto per ciò che riaguardano i ruoli avuti dai vari componenti della banda nel sequestro. Fra l’altro ci sono altri due giovani albanesi ricercati che quando hanno sentito puzza di bruciato sono fuggiti in patria. Infine deve parlare ancora lui, il capobanda, Pierluigi Destri che, a breve, avrà un colloquio in carcere col suo difensore, l’avvocato Fabrizio Giangarè.
 

di Carlo Galazzo