Lerici, (La Spezia), 21 dicembre 2012 - «Fateci sapere se Andrea è ancora vivo. In questo momento, la cosa più importante è sapere se sta bene. Ancora una volta, chiediamo un contatto: purtroppo, nonostante le richieste, non si sono fatti ancora sentire». Laura Calevo, sorella di Andrea, l’imprenditore di 30 anni rapito domenica sera da un gruppo di malviventi, rinnova l’appello ai banditi che da ormai cinque giorni tengono in ostaggio suo fratello. Lo fa attraverso il citofono della grande villa immersa negli uliveti che sovrastano Lerici, sollecitata dai giornalisti. Delle indagini non parla, ma si fida dell’operato degli inquirenti. «Noi sappiamo quello che sapete voi, non vi stiamo nascondendo nulla — puntualizza la ragazza, giornalista con un lavoro nel campo delle pubbliche relazioni a Milano —. Sappiamo che gli inquirenti stanno lavorando, e noi siamo fiduciosi nell’operato delle forze dell’ordine».

La voce della ragazza, fin qui seria, si affievolisce quando si parla di Andrea, il suo ‘fratellone’ che da cinque giorni è nelle mani dei malvimenti. «Andrea è una persona senza ombre, ma non lo dico io, lo dicono tutti — afferma la ragazza —. Andrea è davvero così come è stato descritto in questi giorni: potete chiederlo a chiunque, e tutti ve ne parleranno bene. Per questo — aggiunge Laura — siamo sconfortati, increduli, ma questa è la situazione e purtroppo dobbiamo affrontarla. Speriamo che ci siano presto delle buone notizie». In casa, ieri si è consumata un’altra giornata di angosciosa attesa. La villa lericina anche ieri è stata meta di decine di persone. Amici e parenti hanno voluto stare vicino alla famiglia, in attesa di notizie che tutti sperano buone.
 

Tra questi, Antonio Arfanotti, ex dirigente scolastico e amico di Sandra, la mamma di Andrea che per anni ha insegnato francese in una scuola media di Carrara. E’ proprio dalle parole dell’ex dirigente che si percepisce lo stato d’animo della donna. «Sono fiduciosa, sono convinta che Andrea è ancora vivo e che tornerà a casa. I rapitori si sono mostrati gentili, non voglio credere che gli possano aver fatto del male» ha rivelato mamma Sandra ad Antonio Arfanotti nella breve visita avvenuta alle prime ore del pomeriggio.

«Nella disonestà, quelle persone sono state gentili con la mamma di Andrea e con lo stesso Andrea — aggiunge l’ex dirigente scolastico — il loro comportamento non è stato feroce. Come donna di scuola ha fiducia nelle persone, non ha visto ferocia nell’azione dei banditi, almeno stando a come si sono comportati con lei e con il figlio Andrea al momento dell’irruzione in casa». Tante parole dolci anche per Andrea. «E’ un ragazzo serio, generoso, forse un po’ ingenuo — spiega Arfanotti —. Anche Andrea, come la mamma, aveva una grande fiducia nelle persone. Speriamo che questa storia finisca bene».
 

Intanto, non mancano i gesti di solidarietà verso la famiglia. Ieri nel borgo di Lerici sono comparsi infatti diversi cartelli che chiedono la liberazione del giovane imprenditore. «Liberate Andrea» così recitano i manifestini affissi nel borgo e nelle piazze principali di Lerici, realizzati dai cittadini e dai commercianti. «Un piccolo gesto di vicinanza — spiegano alcuni commercianti — in un momento davvero difficile per la famiglia. Quello che è accaduto è sconvolgente, ha travolto tutta la comunità lericina. Speriamo che Andrea torni a casa presto».
Matteo Marcello