La Spezia, 14 dicembre 2012 - IL «NO» è secco, i commenti su facebook sono feroci, milioni di euro (europei e non solo) investiti per rifare la centralissima piazza che la città sembra amare per quello che è, e soprattutto che era, senza cassonetti traboccanti e rifiuti sparsi per strada, magari senza gli alberi che non erano stati previsti nel progetto originario. Mentre l’amministrazione comunale non fa una piega di fronte alle reazioni dei cittadini che ondeggiano tra il disappunto, la rabbia e la delusione, la rivolta virtuale si prepara a diventare un guerra legale realissima. Il «popolo» aveva cominciato ad agitarsi nella piazza virtuale di Internet, stuzzicato dal professore di filosofia del Liceo Classico Costa Giorgio Di Sacco Rolla, che accanto a piazza Verdi è nato e continua a vivere. In piazza, davvero si erano ritrovati in diverse decine, per un estemporaneo confronto con il vice sindaco e assessore ai lavori pubblici Cristiano Ruggia. «Il progetto di piazza Verdi va avanti» aveva detto.

E anche la battaglia dei cittadini per demolirlo. Dalla rete sono usciti ancora nei giorni scorsi, si sono ritrovati in tanti, insieme ai rappresentanti delle associazioni che già lottavano contro il progetto del parcheggio interrato alla Pinetina e ora contano sullo stop della Sovrintendenza. Accanto ai «normali» cittadini, si sono subito mobilitati Italia Nostra e Confedilizia, con Legambiente, il Wwf e il Fai. Al loro fianco l’avvocato spezzino Roberto Giromini pronto a prendere in carico l’aspetto legale della battaglia. Il primo passo sarà l’acquisizione di tutti gli atti per poter valutare tutte le mosse giudiziarie possibili che consentano di bloccare l’avvio di un progetto che non piace. Da un primo esame della situazione sembrano esserci i presupposti per presentare un ricorso al Tar contro l’avvio dei lavori, ma intanto partirà la richiesta ufficiale all’amministrazione di tutti gli atti. Italia Nostra si è già schierata con una lettera aperta al sindaco firmata dal consigliere nazionale Giovanni Gabriele. «Le opere previste sono pure apprezzabili per le intenzioni in cui sono state ideate e per le strutture che verrebbero realizzate. Si facciano però in un altro luogo della città e allora andranno benissimo», per piazza Verdi, scrive, bastano «lavori di restauro e di sistemazione, senza spendere tutto il denaro in opere in parte inutili e che comunque richiederanno continua manutenzione». «Un intervento che annulla la storia e il significato della piazza — dice il presidente di Confedilizia Renato Oldoini — Invece di spendere 3 milioni ne basterebbe uno per ridare alla città il luogo che era alla fine degli anni ’30, rifare i marciapiedi e la strada. E’ una piazza classica che fa risaltare i palazzi intorno. A quell’epoca, al di là del colore politico, regnava il buon gusto e il rispetto per la storia. Oggi si insegue l’innovazione a prescindere: quel progetto può andare bene in uno spazio vuoto non nella città antica. Parigi insegna. E quando si affronta un intervento di questo genere, stravolgente, la decisione non deve essere dell’amministrazione ma dei cittadini: devono poter dire se la vogliono o no».

IL CONFRONTO? L’assessore Cristiano Ruggia è pronto ad aprilo con operatori e cittadini ma solo sulle «criticità legate a due anni di cantieri». Perché l’amministrazione è consapevole che i disagi non mancheranno. Il Comune, approvato il progetto esecutivo, è pronto a bandire le gare per l’affidamento dei lavori. Saranno cinque: per opere edili, pavimentazione, illumninazionje, portali e verde. La partenza? «In tarda primavera, dopo aver espletato le non facili procedure di gara», ipotizza il vicesindaco. Il progetto insomma non si discute. «E’ frutto — dice Ruggia — di un concorso nazionale cui hanno partecipato circa novanta gruppi. Il presidente della commissione era di fama internazionale, garanzia di una selezione sulla qualità». E secondo il vicesindaco il «progetto coglie lo spirito del luogo perché sottolinea con i portali l’asse che idealmente ha congiunto la città vecchia alla piana di Migliarina». La storia tornerà con il travertino, lo stesso del palazzo futurista delle Poste.