La Spezia, 10 agosto 2012 - MA QUALE «meteora»? L’istanza presentata da Lsct non è stata un fulmine a ciel sereno e l’Autorità portuale si appunta la delibera che autorizza la proroga anticipata della concessione a Contship come si farebbe con una medaglia d’oro, una nota di merito pesante come un macigno che marca la volontà di dare un’accelerata allo sviluppo e un contributo al «mantenimento degli assetti attuali, minati da un mercato in continua e rapida evoluzione».

E i rilievi proposti, in sede di comitato portuale dal Comune, a partire dalla sollecitazione a un supplemento di istruttoria con richiesta di parere al ministero? Dall’ente di via del Molo non si rileva «alcun riscontro di legittimità», anzi l’invito, rispedito al mittente, è quello a «valutare con attenzione situazioni che potrebbero generare effetti che già nel passato hanno pesantemente influito sul tessuto economico e occupazionale del porto e della città, favorendo il ripensamento di una società corteggiata da altre realtà». Messina docet?

C’È DI PIÙ. Alla luce degli interventi, alcuni dei quali fortemente critici, che si sono sovrapposti nelle ultime settimane, l’Authority rivendica un principio di «assoluta trasparenza» nella gestione dell’iter procedurale». La possibilità che un soggetto privato si sostituisca all’ente pubblico nella realizzazione di opere di grande infrastrutturazione? E’ prevista dalle legge del ’94 sul riordino della legislazione in materia portuale. L’opzione di individuare nel concessionario il soggetto incaricato di organizzare la gara pubblica per la scelta dell’impresa o del consorzio di imprese che realizzerà materialmente l’opera? Tutto codificato nel regolamento che disciplina gli appalti. La direttiva Bolkenstein, che obbliga alla gara europea per la riassegnazione delle concessioni? Non si applica al demanio portuale, ma soltanto a quello marittimo. Quanto alla pubblicizzazione degli atti l’Autorità richiama gli articoli di stampa che già alla fine del 2011 riferivano dell’intenzione di Lsct di investire sullo scalo spezzino.

L’istanza è stata pubblicata, riferiscono, il 14 febbraio 2012 sulla Gazzetta ufficiale, quella italiana e quella europea, e contemporaneamente sul Bollettino ufficiale della Regione, sul sito della stessa Ap e anche all’Albo pretorio del Comune. Nei due mesi di tempo concessi per eventuali osservazioni o istanze concorrenti, nessuno si è è fatto vivo: non gli enti locali, non i comitati, agli atti neanche lo straccio di una controposta di altri soggetti interessati. Come a dire: tutti i rilievi emersi in sede di Comitato portuale sarebbero potuti affiorari nei 90 giorni precedenti alla seduta del 4 luglio.

IL RESTO è storia: l’obbligo di aprire l’istruttoria, lo «spacchettamento» dell’istanza, eseguito nel rispetto di «rigorosi parametri di indagine» volti ad accertare se la proposta di Contship fosse compatibile con il piano regolatore, la congruità dei costi e la convenienza economico-finanziaria. E’ stata inoltre verificata — puntualizzano in via del Molo — la sostenibilità del piano di impresa e gli effetti occupazionali diretti e indiretti. La durata della concessione, 53 anni rispetto ai 60 richiesti, è stata stabilita sulla base di criteri che tengono conto della dimensione e della qualità degli investimenti e del periodo di ammortamento. Ma a far pendere l’ago della bilancia a favore della proposta di accettazione è stata anche la considerazione di quanto la presenza di Lsct alla Spezia si sia consolidata nel corso degli anni, con investimenti nell’ultimo quinquennio superiori ai 46 milioni di euro, e soprattutto la «perfetta sovrapposizione» del progetto Contship rispetto ai contenuti del piano regolatore: Lsct ha proposto di realizzare con capitale interamente privato e senza dover prevedere varianti, un’opera colossale (per un investimento complessivo di 200 milioni), il cui disegno giace nel cassetto dal 2006.

Infine un accenno alle critiche mosse in relazione alla mancanza, nel testo della delibera del Comitato, di ogni accenno alle opere compensative e al ruolo del tavolo permanente. L’osservatorio sta lavorando e gran parte delle azioni previste dall’ordine del giorno approvato dalla Regione sarebbero già state messe in cantiere tra il 2006 e il 2011. Il richiamo alle opere di compensazione non sarebbe necessario: la fascia di rispetto era già prevista nel piano regolatore e gli interventi realizzabili sul sedime libero dai fasci ferroviari, vedi la pista ciclabile di collegamento tra Fossamastra e Canaletto, sono già stati realizzati.