La Spezia, 23 giugno 2012 - E’ TORNATO oggi  per ordinare tre nuovi sacerdoti e una moltitudine di fedeli si è stretta attorno al «suo» vescovo. Un bagno di folla, alla fine della solenne celebrazione, per il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, con con tanta gente che l’ha salutato, mostrandogli tutta la propria gratitudine per essere stato l’amato pastore. Arrivato direttamente da Venezia a fine mattinata, monsignor Moraglia si è recato in seminario a Sarzana dove ha pranzato con i seminaristi e alle tre, puntuale come sempre, ha iniziato la celebrazione di ordinazione di Paolo Aluisini della parrocchia di Santo Stefano di Magra, di don Andrea Cappelli, della parrocchia dei Santi Giovanni ed Agostino (ma nativo di Poggibonsi) e di don Fabrizio Ferrari, della parrocchia di L’Ago nel comune di Borghetto Vara.

UNA celebrazione intensa e nonostante il caldo torrido, molto seguita dai fedeli che Moraglia ha concelebrato con il vescovo emerito monsignor Bassano Staffieri. Ai tre giovani preti l’aveva promesso: «tornerò» e ieri non poteva mancare. Avevano iniziato con lui l’avventura della formazione sacerdotale e come un padre fa con i figli non poteva mancare, non poteva lasciarli soli in un passo decisivo per la vita come il conferimento del sacerdozio. Una sorpresa per tanti preti e fedeli, accorsi nuovamente per ascoltarlo. E come accadeva quando era alla guida della diocesi spezzina, le sue parole non sono state di circostanza. «Perché farsi prete, perché lasciare tutto, perché porre totalmente in gioco la propria esistenza, quando ancora ci sta dinnanzi integra?» Per appartenere e assomigliare a Gesù, «Così da essere in grado di agire in quanto afferrati da Cristo».

E PROPRIO per tale appartenenza Moraglia ha invitato i tre ordinandi a non cercare la gratificazione personale, ma a perseguire la gratuità intesa «come logica che lo pone oltre le sole considerazioni umane». E ha consegnato loro una strada per non smarrirsi:«Carissimi don Andrea, Fabrizio e Paolo, esaminatevi nel termine di ogni giornata, chiedetevi se e come in quel giorno avete annunciato la parola di Dio, l’amore che ha accompagnato il vostro annuncio, la vostra catechesi, la vostra omelia, se il vostro annuncio sia stato preceduto e sostenuto dalla preghiera».

NELL’AFFIDARLI poi alla Madonna, il patriarca ha espressamente citato i santuari di Soviore, Le Grazie, Roverano e il Mirteto, quasi a ricordare uno dei gesti che proprio lui, all’inizio del mandato episcopale in diocesi, aveva iniziato per valorizzare la devozione mariana. E’ certo che questi luoghi gli saranno sempre familiari e sicuramente il “cittadino onorario della Spezia”, Francesco Moraglia, ogni tanto affacciandosi sulla laguna, si ricorderà delle irte colline liguri o guadando lo splendore della sua ricchissima antica cattedrale di San Marco, gli verrà in mente la moderna e spoglia cattedrale di Cristo Re. Attorniato dalla gente, il patriarca si è brevemente trattenuto con i neo sacerdoti e poi è subito ripartito alla volta della sua nuova città..
 

di Pierluigi Castagneto