La Spezia, 28 aprile 2012 - IL METODO sembra efficace: vengono sistemate delle gabbie in alcuni punti strategici, normalmente vicini ai luoghi di approvvigionamento del cibo. I piccioni entrano nella nassa e lì rimangono, senza poter più spiccare il volo ma potendosi alimentare grazie a riserve di mangime. Ogni quindici giorni arriva un camion per prelevare il «carico» e i volatili molesti cambiano domicilio: dalle piazze spezzine alle voliere della Erre2 Sas di Modena, azienda specializzata in consulenze ambientali. E questa è soltanto la prima parte del progetto elaborato dal Comune per ridurre drasticamente la popolazione di piccioni presenti in città. Un’azione che arriva a colmare le lacune della strategia elaborata in precedenza dagli uffici di piazza Europa e che prevedeva, oltre ad attività di informazione e repressione, anche la distribuzione di mangime antifecondativo: la ditta che si era aggiudicata l’appalto non ha rispettato i patti — il mangime non è mai stato somministrato — e la faccenda ha trovato il suo epilogo un paio di anni fa con la risoluzione del contratto e l’avvio di un contenzioso giudiziario. Nel frattempo il numero dei volatili — l’ultimo campionamento, quello di tre anni fa, aveva registrato circa 8mila esemplari — è cresciuto in maniera esponenziale. E con esso i disagi.

IL PROBLEMA è sentito soprattutto alle Pianazze e in piazza Brin, dove nelle settimane scorse si è costituito addirittura un comitato. Il Comune quindi è corso ai ripari e ha convocato un tavolo aperto alla partecipazione dei cittadini e finalizzato al coinvolgimento di Asl e Lipu. Ma in realtà il tema era noto da tempo anche agli uffici competenti dell’azienda sanitaria. Non a caso il 24 aprile il direttore dell’Istituto zooprofilattico spezzino ha scritto una lettera indirizzata al Comune nella quale si rimarcano i «danni ambientali» e i «rischi sanitari» potenzialmente collegati alla contaminazione fecale di strade, piazze e palazzi, provocata da una popolazione decisamente in sovrannumero. «Il piano — spiega l’assessore all’ambiente Laura Ruocco (in alto nella riquadro) — è articolato ed è stato concepito in modo da garantire azioni integrate che tutelino il valore della biodiversità nel contesto urbano».

IL COMUNE si è mosso innanzitutto per assicurare un risultato a lungo termine e duraturo: su questo fronte, grazie a un impegno di spesa di 5mila euro, è stato attivato un canale di collaborazione con la Lipu che niente a che fare con la cattura dei volatili e che prevede l’aggiornamento del censimento, con l’individuazione delle aree di nidificazione e la messa a regime di un programma di informazione e sensibilizzazione rivolto a tecnici e cittadini. In parallello, e grazie a uno stanziamento di 3mila euro, l’Istituto zooprofilattico spezzino si è assunto l’incarico di eseguire accertamenti di carattere sanitario, finalizzati a escludere rischi per la salute pubblica, tanto su esemplari vivi catturati a scopo scientifico quanto su carcasse di animali trovati morti (è prevista anche l’analisi di campioni di feci raccolte sui balconi delle case del quartiere). Queste le azioni di lungo respiro concordate al tavolo. Resta da fronteggiare l’emergenza. E proprio in quest’ottica, quindi con l’intenzione di elaborare una strategia tampone che consenta di superare la crisi legata al sovrannumero, scongiurando i rischi paventati dall’Istituto zooprofilattico, al piano A è stato affiancato il piano B, quello che coinvolge la Erre2 di Modena. Il progetto non è ancora partito, ma è solo questione di tempo perché la convenzione è già stata siglata. Si tratta di un metodo di cattura incruento. L’accordo prevede infatti che gli animali siano mantenuti in vita prima, durante e dopo il ‘trasloco’. E in merito alla destinazione lascia aperte diverse possibilità, passibili di modifiche e approfondimenti: l’azienda che ha ricevuto l’incarico di catturare i volatili — e che per assolvere a questa funzione riceverà 21mila euro nell’arco di 12 mesi — può mantenerli infatti in voliera fino al decesso naturale, cederli a privati o liberarli in oasi.
Roberta Della Maggesa