La Spezia, 11 aprile 2012 - LA NOTTE del 17 marzo 2009 uscì con le ossa rotte dal parapiglia scatenatosi a Sarzana nel vialone del sesso mercenario, rimediando anche una denuncia per resistenza e pubblico ufficiale e calunnia nei confronti di quattro carabinieri, quelli che aveva indicato come aggressori Alla resa dei conti processuale, davanti al gip Diana Brusacà, è lui, il trans, ad uscire a testa alta: la sua versione, suffragata dalle testimonianze di tre soggetti che «per caso» si trovavano in via 25 aprile, ha fatto breccia. Risultato: lui, il brasiliano doubleface Higino Das Neves Edvaldo, assolto, in accoglimento della tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Paolo Mione; condannati, con gradualità di pene poste in relazione al ruolo svolto, i quattro carabinieri portati alla sbarra dalla procura.

A Cristian Zedda - colui che secondo l’imputazione materialmente colpì il trans col manganello d’ordinanza per poi trascinarlo a terra per i capelli e colpirlo al seno con un calcio (30 giorni di referto) e che successivamente si preoccupò di redigere il verbale funzionale a garantirsi l’impunità - sono stati inflitti 3 anni di reclusione (il pm Giovanni Maddaleni aveva chiesto 3 anni e 4 mesi); ad Antonio Borzonasca - che concorse nella redazione del verbale falso - un anno e 8 mesi (2 quelli chiesti dal pm); a Silvano Adreazzoli e Fabio Lucchesi - che assistettero passivi all’aggressione del trans senza contrastarla - 8 mesi (il pm aveva chiesto un anno). I legali dei militari - gli avvocati Emanuele Cucchi, Daniele Caprara, Alessandro Rapelli - hanno preannunciato appello alla sentenza.
C.R.