La Spezia, 2 marzo 2012 - INTERVISTA a 360 gradi al direttore della centrale Enel della Spezia Valter Moro sulla scia di ansie e denunce indotte dalle fumate anomale delle ciminiere e dalla polvere nera a Fossamastra. Il direttore, che rilancia la tesi del pieno rispetto delle normativo, affronta vari argomenti e fornisce alcune notizie.

Come replica l’Enel agli attacchi sulle dispersioni di polveri di carbone? Ai sensi dell’autorizzazione del 1997 (punto 13) Enel si era impegnata a limitare le cosiddette emissioni diffuse?

Già in passato alcune indagini condotte autonomamente dagli organi di controllo, hanno escluso che le polveri raccolte nella zona siano da ricondurre alla nostra attività. Dalla fine degli anni 90 ad oggi l'intero ciclo di gestione del carbone ha beneficiato di notevoli miglioramenti, diversamente non avremmo ricevuto conferma della certificazione ambientale Emas. Mi domando come qualcuno possa sospettare che un'azienda come Enel, che lavora in 40 Paesi ed alla quale viene riconosciuto regolarmente una fortissima attenzione alla sostenibilità ambientale, possa operare senza rispettare le norme di legge e gli accordi con le comunità.

 


Certamente è più facile utilizzare teleobiettivi per riprendere le nostre attività sperando in qualche rilascio di carbone dalle benne, da strumentalizzare per non si sa quali fini, piuttosto che affrontare nel suo complesso il tema della qualità dell’aria che, come noto e accertato dagli studi sul campo, dipende innanzitutto dal traffico veicolare; è un po’ come mettersi dei paraocchi.

Non basta agitare una mano sporca di nero per dimostrare che quella polvere raccolta sia polvere di carbone.

Avendo fatto della trasparenza la nostra scelta strategica, siamo comunque disponibili sin da subito e ancora una volta a collaborare con tutti gli enti locali anche mettendo a disposizione risorse e apparecchiature adeguate per fare chiarezza sull’origine delle polveri presenti nel quartiere Fossamastra così come nei pressi del nostro pontile e in tutta la zona portuale dove ogni giorno svolgono le loro attività diversi operatori.

 


Gli ambientalisti pongono anche la questione della qualità del carbone bruciato in centrale. Vogliono verificare se corrisponde ai limiti di legge...

Certamente sì, la qualità del carbone utilizzato rispetta tutti gli standard previsti dalle normativa vigente. Non possiamo demonizzare il carbone solo perché nero, l’importante è avere le tecnologie idonee per il suo utilizzo: i sistemi di pulizia dei fumi provenienti dalla combustione di carbone impiegati in centrale sono tecnologicamente all’avanguardia e in grado di abbattere drasticamente gli inquinanti quali ossidi di zolfo e di azoto e le polveri. Vorrei fare un esempio, noi tutti utilizziamo l’auto, anche gli ambientalisti, ma quasi mai accade che ci si interroghi sulla benzina adoperata. Piuttosto ci interroghiamo sui costi del combustibile e questo perché sappiamo che è fondamentale per noi e per l’ambiente in cui viviamo avere una marmitta catalitica che funzioni al meglio. Ecco i sistemi di trattamento e filtraggio dei fumi sono la marmitta catalitica di una centrale termoelettrica.

 


Ma perché non usare il metano? Se i gruppi funzionassero nelle loro potenzialità.... ci sarebbe meno inquinamento...

Come ho avuto modo di spiegare anche in altre occasioni, in Italia il funzionamento delle centrali viene deciso dalla Borsa dell'Energia Elettrica che stabilisce, giorno per giorno, sulla base delle previsioni della richiesta di energia, quando e quali impianti devono funzionare; due sono i parametri principali: competitività della fornitura di energia e sicurezza del sistema elettrico nazionale.

Ed è proprio per garantire l’efficienza energetica complessiva del nostro sistema Paese, energia a prezzi ragionevoli, competitività a livello locale ed internazionale, che soltanto le fonti di produzione più economiche sono chiamate in servizio, in altre parole sei conveniente lavori, sei caro stai fermo operando chiaramente nel pieno rispetto delle normative ambientali.

 

 

 

Da alcuni anni, complice il calo della domanda, il forte sviluppo del fotovoltaico e l'aumento dei prezzi del gas, gli impianti a gas naturale funzionano sempre meno. Questo accade anche per la nostra centrale, dove le 2 unità a ciclo combinato da 340 MW alimentate a gas metano, nell’attuale contesto di mercato, sono per lo più ferme; se l’Eugenio Montale continua ad operare, garantendo lavoro ad oltre 400 famiglie ed energia a prezzi ragionevoli, lo deve proprio al carbone utilizzato in modo sostenibile nell’unità da 600 MW.

 

 

Il Comune riconosce il rispetto del tetto delle emissioni da camino, anche nelle recenti fumate. Oltre ad un fenomeno di condensazione, le nuvole non possono essere l’indizio di quale anomalie nella gestione degli impianti? C’è chi lo sostiene...

Pieno rispetto per le opinioni, ma sarebbe bene che chi sostiene certe tesi porti anche dei fatti a sostegno. Da che mondo e mondo d'inverno i bambini fanno nuvole di vapore con la bocca. Come abbiamo avuto modo di chiarire, in precedenza, sempre sulle pagine del vostro giornale, non c’è nessuna anomalia nelle emissioni della Centrale della Spezia che rimangono a livelli estremamente bassi, ovvero a meno di un terzo dei limiti di legge.

E nel nostro caso lo hanno testimoniato le stesse istituzioni cittadine che hanno visibilità costante e diretta dei dati delle emissioni, la maggiore visibilità del pennacchio è riconducibile a condizioni meteo climatiche che accentuano il fenomeno di condensazione del vapore acqueo contenuto nelle emissioni. Parliamo di vapore acqueo che come tutti sanno non è un’emissione nociva.


Sempre su questo aspetto della gestione della centrale come ha rispettato Enel il punto 15 (è il punto 16, non 15) della autorizzazione secondo il quale Enel doveva presentare le procedure per gestire le anomalie dei gruppi generatori?

Nell’ottica della trasparenza e del dialogo continuo con il territorio le dico che tutte le procedure richieste sono state consegnate sin dal 2001 ai Ministeri competenti e agli Enti Locali e da allora fanno parte integrante delle procedure operative di gestione dell’intero impianto.

Diversi cittadini che risiedono nei pressi dell’impianto lamentano il disturbo indotto dai rumori della centrale. In relazione al punto 14 della autorizzazione l’Enel è obbligata a svolgere misure per rilevare il rumore della centrale e predisporre strumenti per limitarlo. Che dire?


Anche da questo punto di vista non c’è nulla di anomalo, rispettiamo le norme sull’impatto acustico e a tutela dei residenti nella zona abbiamo già adottato una serie di provvedimenti finalizzati al contenimento del rumore Va precisato che siamo nei pressi di una centrale termoelettrica, nella zona industriale di Spezia, ma nonostante questo i livelli di rumorosità sono contenuti, anche nel caso delle emissioni rumorose organi preposti hanno accertato che non sono mai stati superati tali limiti.

 


Perché nella documentazione presentata ai fini del rilascio dell’AIA non è presente una analisi della composizione dei metalli pesanti nel carbone?

La documentazione presentata è quella richiesta dalla normativa che regola la procedura di Autorizzazione di impatto ambientale. Da sempre il nostro atteggiamento verso il territorio è di completa trasparenza e collaborazione, diverse volte abbiamo messo disposizione della città e di tutti gli enti locali le nostre conoscenze e le risorse per effettuare monitoraggi aggiuntivi, rispetto a quanto richiesto, della qualità dell’aria. Per esempio in tutta la provincia è attiva da molti anni una Rete Qualità dell’Aria composta da 14 centraline di monitoraggio gestita da Enel e da ARPAL i cui dati sono disponibili in tempo reale agli organi di controllo, fornendo quotidianamente ulteriori dati sulla presenza delle polveri nell’aria a garanzia ulteriore dei cittadini. Come già detto, il tema della qualità dell’aria in particolare per le polveri sottili PM10 dipende innanzitutto dal traffico veicolare, compresi pneumatici e freni, e dal riscaldamento domestico.

 


Secondo il Rapporto Mal’aria 2012 di Legambiente, Torino, Milano e Verona sono risultate nel 2011 le prime tre città in Italia per lo sforamento del limite giornaliero di PM10. La Spezia, con una centrale a carbone, è fuori da questa classifica ed è fra le ultime province italiane per presenza di biossido di azoto nell’aria. Detto questo volevo aggiungere che chiuderemo presto un accordo per la cessione della rete di rilevamento all'Arpal: vogliamo spazzare via qualunque sospetto circa la correttezza delle rilevazioni.

 


La attuale sezione a carbone della centrale anche con le misure richieste dalla amministrazione comunale potrà raggiungere i limiti di emissione di centrali a carbone di nuova generazione?

Secondo l’Istituto superiore di Sanità in questa centrale fino ad ora non avete adottato come BAT (Migliore tecnologie disponibile ) per il contenimento del particolato fine emesso i filtri a manica che sarebbero più efficienti...

 


La differenza tra queste tipologie di impianti sta nel rendimento ovvero nella produzione di energia elettrica a parità di quantità di carbone impiegata.

Le tecnologie adottate per la pulizia dei fumi nella centrale della Spezia sono già oggi fra le migliori disponibili. Tuttavia non le nascondo che stiamo valutando anche la possibilità di migliorare ulteriormente i sistemi di trattamento fumi, non escludendo a priori nessuna tecnologia. Un'operazione non semplice, in quanto è necessario ripensare profondamente alcuni processi industriali, ma ci proveremo.

 


Per quanto tempo gli spezzini dovranno convivere con la centrale?

Partirei da lontano. Le scelte strategiche del nostro Paese fanno si che noi, come peraltro molte altre nazioni, non potranno rinunciare, se non tra molti anni, alle fonti fossili. Enel é fortemente impegnata nella ricerca di soluzioni alternative e nelle fonti rinnovabil. Ma per il momento le fonti rinnovabili sono solo una parte della soluzione al problema energetico che oggi penalizza l'Italia con un costo dell’energia elettrica superiore del 20-30% rispetto ad altri Paesi

Le faccio un esempio: se volessimo sostituire l’energia prodotta dalla centrale Eugenio Montale con impianti fotovoltaici dovremmo ricoprire di pannelli l’intero territorio dei comuni di La Spezia, Lerici e Portovenere, spiagge, strade, aree urbane ed industriali, fiumi e boschi compresi e non basterebbe.

Come vede è necessario un adeguato ed equilibrato mix energetico di produzione per sostenere la crescita del Paese.

Noi siamo convinti di far bene il nostro lavoro e vorremmo che la centrale Enel di Spezia continuasse ad avere un ruolo importante nel settore elettrico e fonte importante per l’occupazione e l’economia locale.

 


La centrale ha ca. 230 dipendenti diretti e circa 150 di indotto con punte di oltre 400 nei periodi di fermata programmata. E’ però bene che tutti ricordino che il presente è ben diverso dal passato, non solo in termini di sviluppo tecnologico ma anche in termini di dimensioni dell’impianto. Nonostante il ridimensionamento produttivo avvenuto alla fine degli anni 90 Enel ha fatto in modo che non si creasse alcuna emergenza sociale. Oggi siamo probabilmente una delle poche realtà industriali del territorio in controtendenza: negli ultimi anni abbiamo assunto 33 giovani. Vogliamo poi sviluppare con le Associazioni imprenditoriali delle forme di crescita dell’imprenditoria locale: insomma noi guardiamo avanti.

 


Se il territorio guarda avanti con noi cresceremo insieme. In tutti questi anni non é mai venuto meno il dialogo col territorio. Ma il dialogo dev'essere tale, portare benefici condivisi, non cedere ad allarmismi ed estremismi. Pensiamo che in questa fase si sia perso parzialmente di vista l'obiettivo finale: il tema della centrale viene infatti strumentalizzato per fini politici. Proponiamo di attendere la conclusione del periodo elettorale per identificare con le istituzioni locali un percorso condiviso che metta insieme tutte le forze sociali per dare vita tutti insieme ad un tavolo per un progetto di sviluppo organico del territorio. Enel, come sempre, saprà fare la sua parte.

 


Il Comune, sul punto, dopo il can-can, chiede di più per limitare le dispersioni. Cosa rispondere?

Le tecnologie che adottiamo per la discarica delle navi di carbone non sono affatto “incompatibili con il territorio” ed anzi sono state dotate negli ultimi anni di notevoli sistemi di miglioramento ambientale; come già detto, siamo pronti ancora una volta a collaborare con tutti gli enti locali per fare chiarezza sull’origine delle polveri diffuse del quartiere.

 


A che punto è la attuazione della Convenzione sottoscritta da Comune ed Enel il 21 gennaio del 2002, là dove prevedeva impegni di Enel nelle compensazioni ambientali ed economiche alla città?

Si dice che nel 2014 la centrale si fermerà per importati lavori... Che lavori?

 


I lavori sono legati alle attività di un eventuale miglioramento dei sistemi di pulizia fumi necessari in funzione dei contenuti del futuro Decreto AIA per il cui rilascio, ricordo, abbiamo avviato l’iter nel lontano 2006.

L’incertezza sui tempi di rilascio dell’AIA e delle relative prescrizioni tecniche si ripercuote inevitabilmente sulla data di inizio lavori, ragion per cui il 2014 è per ora solamente una data indicativa…