La Spezia, 17 febbraio 2012 -  IL SINDACO di Monterosso ne è più che mai convinto: il secondo parcheggio multipiano in costruzione in località Loreto - 113 box, 57 posti auto privati, 132 a rotazione pubblici - durante l’alluvione del 25 ottobre, ha prodotto un effetto-barriera, contenendo i danni dalla valanga di fango che si è abbattuta nel borgo. Una benedizione per il paese. Non di questo parere chi, fin al 2008, ha avversato l’opera, per la ferita che avrebbe inferto all’ambiente.

Ma, anche ammesso che il mega-park abbia limitato il potenziale della bomba d’acqua, non era quello il punto deputato alla sua realizzazione: troppo vicino al torrente Ballanello. La distanza di rispetto imposta alla legge idraulica è di 40 metri. Invece il corso d’acqua quasi sfiora il cantiere. Per legittimare la costruzione a distanza ravvicinata sarebbe stata necessaria una valutazione, previa istruttoria, da parte del Servizio idraulico della Provincia. Ma l’atto in questione manca all’appello del fascicolo amministrativo dell’opera.
NON SOLO: i lavori di realizzazione dell’opera da 9 milioni di euro - attraverso il project financing, a cura della società privata «Monterosso Park srl» con sede a Genova - sono proseguiti in «pendenza» della delibera con la quale il 6 dicembre scorso la Regione Liguria aveva disposto la sospensione di tutti gli interventi nelle aree interessate dall’alluvione, per una più puntuale valutazione dello loro conseguenze.
LE DUE VIOLAZIONI sono state accertate dalla squadra di polizia giudiziaria della Procura nel corso delle ultime settimane, dopo l’acquisizione, proprio il giorno dell’alluvione, dei primi atti della pratica amministrativa. E la conseguenza è stata dirompente: sequestro del cantiere edilizio posto a monte del borgo delle Cinque Terre.

I sigilli sono stati apposti ieri mattinai,su ordine del sostituto procuratore Luca Monteverde che ha contestato l’abuso edilizio (i lavori proseguiti nonostante l’altolà regionale) e la violazione della legge idraulica in materia di distanze di rispetto dai corsi d’acqua (l’opera si trova nei pressi del torrente Ballanello). L’inchiesta è scattata a seguito di un esposto, uno dei tanti esposti che da alcuni mesi a questa parte si sono materializzati in procura inducendo i magistrati mettere sotto osservazione opere in odore di abuso edilizio e dinamiche del territorio, fra l’altro orfano di un’opposizione consiliare: gli antagonisti di Betta non sono riusciti a metter su una lista.

La delibera di approvazione del progetto del parcheggio - ora oggetto del sequestro preventivo - risale al 15 dicembre 2008. Fu approvata con 7 voti farevoli e 2 contrari (i consiglieri Eugenio Moggia e Maurizio Schiaffini). Il permesso a costruire fu rilasciato dall’ufficio tecnico all’esito della conferenza dei servizi. Ma in quella sede sfuggì che, per derogare al divieto di costruzione entro i 40 metri dal torrente, doveva essere esperita una specifica istruttoria in Provincia, con tanto di studio idrogeologico che escludesse pericoli.
E ora ci si interroga se si trattò solo di una svista e sul ruolo giocato dal Comune anche alla luce degli eventi alluvionali: perché non dispose la sospensione dei lavori ai sensi dell’ordinanza regionale?