La Spezia, 15 gennaio 2012 - Venti anni passati in mare non possono essere cancellati da una giornata seppure tragica come quella di venerdì sera quando la nave della Costa Concordia è naufragata a poche centinaia di metri dall'Isola del Giglio. E' un "marinaioManrico Giampedroni e come tale, nonostante i tragici eventi e la paura che non lo ha mai abbondanto in quelle lunghe 36 ore passate sul relitto della nave solo e con una gamba fratturata, può soltanto ammettere: "Il mare è la mia vita". Manrico non si pente, "nemmeno un secondo", della scelta fatta venti anni fa. Ha iniziato a lavorare proprio sulla Costa come macchinista e ha continuato per 18 anni fino a diventare 'capo commissario'. Di smettere, approfittare degli eventi e andare in pensione non ne ha voglia, "non se ne parla proprio - puntualizza Manrico - perchè sono un marinaio".

 

E come marinaio e 'capo commissario' Manrico non se l'è sentita nemmeno di lasciare la nave, magari approfittare delle scialuppe sulle quali aveva già messo in salvo numerose persone e allontanarsi da quel relitto che continuava a imbarcare acqua. Il senso del dovere lo ha spinto a tornare indietro e ricercare nelle cabine qualche passeggero rimasto intrappolato. Di quella nave riversa in mare, conosceva ogni suo angolo. Nonostante ogni cosa fosse sottosopra compreso il pavimento, sapeva dove andare e come muoversi. Ma un buco apertosi improvvisamente sotto i suoi piedi lo ha catturato. "E' stata come una botola che mi si è aperta sotto i piedi". Ci è finito dentro ed è precipitato per 4 o 5 metri. Di colpo s'è ritrovato nel salone ristorante, il buio e "un gran dolore alla gamba", e poi "quando l'acqua ha cominciato ad entrare sono salito su un tavolo". E lì 36 ore di incubo rese sopportabili solo dalla speranza di esser salvato, "ho sempre sperato di farcela, sempre. Non potevo mollare, ho continuato a pensare che ne sarei venuto fuori".

 

Giampedroni ha capito di averla scampata quando ha "sentito che arrivavano da me, che ascoltavano i miei pianti. Quando ho sentito arrivare i soccorsi è stata un'esperienza indescrividbile". Manrico ora è salvo all'ospedale di Grosseto: una gamba fratturata, una sindrome da schiacciamento e ipotermia, ma è fuori pericolo. 

 

Ne ha salvati tanti su quella nave, ma per Manrico gli eroi sono solo i vigili del fuoco che lo hanno salvato, "sono loro gli eroi", io non lo sono, non scrivete queste cose. Per piacere". Sarà vero ma è davvero difficile dargli retta.