La Spezia, 8 gennaio 2011 - L’INFLUENZA, consueto “regalo” di stagione, è in agguato. Anche se gli esperti ne prevedono il picco per la fine del mese, sono numerosi gli spezzini ad essere stati già colpiti dal virus influenzale, per non contare quelli che hanno trascorso sotto le coperte le festività natalizie.

 


«Nella nostra provincia — spiega la dottoressa Stefania Artioli, direttore del dipartimento di malattie infettive del Sant’Andrea — si registra un’incidenza di malati del 3-4 percento rispetto al resto della regione»: nell’ultima settimana, poi, sono stati segnalati globalmente 6-7 casi ogni mille abitanti.

 


AD ESSERE maggiormente colpiti dalla sindrome influenzale sembrano essere i giovani, lo dimostrano i dati forniti dall’Asl spezzina: su mille bambini tra 0 e 4 anni si sono verificati 19 casi, 25 invece quelli nella fascia d’età fino ai 14 anni ed infine dai 15 ai 64 anni 4-5 casi ogni mille. Febbre, mal di gola, tosse, raffreddore ma soprattutto disturbi intestinali: i mali di stagione non hanno proprio risparmiato nessuno, costringendo a letto non solo i bambini, ma anche i giovani e gli adulti.

 

Gli anziani poi, più fragili per via dell’età o debilitati da patologie pregresse, hanno preso letteralmente d’assalto il pronto soccorso cittadino: medici e infermieri, in questi ultimi giorni, non hanno avuto tregua, per rispondere alle domande di soccorso. E non è mancato il sovraffollamento dei reparti, per i numerosi ricoveri registrati, anche se tutto sommato il Sant’Andrea è riuscito a contenere l’emergenza.
 

 

LA SITUAZIONE quindi non sembra essere preoccupante, per lo meno dal punto di vista clinico: gli spezzini costretti a letto se la sono cavata con due o tre giorni di riposo, qualche farmaco sintomatico del tipo aspirina o tachipirina, e fermenti lattici.

 


«Fortunatamente nella nostra provincia esiste un’ottima rete territoriale di medici di Medicina generale
e pediatri di libera scelta, i cosiddetti medici sentinella — continua la dottoressa Artioli, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’ospedale cittadino- che in parte hanno limitano gli accessi al pronto soccorso per patologie respiratorie e sindromi influenzali».

 


A preoccupare invece sembra essere la rapida espansione dei ceppi virali, soprattutto “California” e “Brisbane”.

 


«LA SINDROME influenzale vera e propria deve ancora arrivare»: parole della direttrice sanitaria dei presidi ospedalieri spezzini, Decia Carlucci. I casi registrati fino ad oggi non rientrano nell’influenza pandemica (quella che dovrebbe diffondersi a fine mese e per la quale i virologi raccomandano la vaccinazione) ma appartengono piuttosto a forme para-influenzali, provocati da altri virus per le quali il vaccino influenzale non risulta efficace.
Insomma, se una mela al giorno leva il medico di torno sembra arrivato il momento di fare la scorta.