La Spezia, 10 aprile 2010 - La Spezia punta a diventare la capitale ligure del riciclo rifiuti. Il colpo di acceleratore all’operazione di potenziamento della raccolta differenziata è arrivato ieri grazie a un accordo per lo sviluppo di un piano operativo riguardante il servizio «porta a porta». Lo hanno siglato il sindaco Massimo Federici, il direttore generale del Conai (Consorzio nazionale imballaggi) Walter Facciotto e l’amministratore unico di Acam Ambiente, Paolo Garbini.

Il progetto prevede la copertura del 17 per cento della popolazione entro l’anno e la progressiva estensione a quasi tutta la città entro il 2012. Il nuovo piano, che partirà a giugno, si pone come obiettivo il raggiungimento del traguardo del 65 per cento di rifiuti raccolti in modo differenziato, partendo dall’attuale 28, entro la fine del 2012. L’assessore all’ambiente Laura Ruocco e il responsabile del settore Sandro Amorfini hanno illustrato le tappe mirate a incrementare, sia dal punto di vista quantitativo e qualitativo, la raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio (acciaio, alluminio, carta, plastica, legno e vetro) e il conseguente avvio a riciclo dei materiali raccolti.

Che cosa cambierà per famiglie, imprese e uffici? La rivoluzione, come detto, avrà inizio a giugno con la campagna di informazione, destinata a tutta la popolazione, sul metodo del nuovo servizio porta a porta. Sarà capillare. La riuscita di tutta l’operazione infatti è legata in particolar modo alla capacità di differenziare i rifiuti dietro le parete domestiche e di giorno in giorno consegnare i sacchetti agli operatori ecologici, secondo un programma prestabilito. A agosto sarà la volta dell’informazione diretta alla popolazione interessata al porta a porta. E’ prevista anche la consegna a domicilio di un kit. Un piano di intervento metterà a punto nelle prossime settimane i quartieri interessati alla fase di avvio del nuovo servizio che coinvolgerà 15mila abitanti.

Appositi sacchetti, dicevamo. Saranno in tutto quattro: uno per la parte umida dei rifiuti, uno per la carta, uno per la plastica e le lattine, uno per il residuo secco. Resterà invece il conferimento nelle campane verdi del vetro. Il modello di servizio porta a porta varierà a seconda delle caratteristiche delle zone e degli agglomerati urbani. A Biassa e Pitelli, il meccanismo attuato come esperienza pilota ha già raggiunto il 70 per cento di raccolta differenziata. Un risultato confortante che ha spinto il Comune al cambio di passo nella raccolta differenziata. Il sindaco ha definito il potenziamento del riciclo rifiuti «una scommessa», l’assessore Ruocco «un percorso di civiltà».

La presenza del Conai consentirà all’Acam di avere un supporto quotidiano di esperienza e professionalità nello sviluppo di un metodo di raccolta rifiuti inedito, ma decisivo per poter chiudere il ciclo dei rifiuti, con il coinvolgimento degli altri comuni. Oltre alla differenziata, la chiusura del ciclo passa attraverso l’efficienza degli impianti di trattamento. Acam a marzo ha lavorato a Saliceti ben 7mila tonnellate di rifiuti, una cifra in linea con gli standard annuali riferiti a un riciclo spinto. Manca all’appello la discarica di servizio per accogliere materiale inerte, residuo del trattamento sopraccitato. Il sito verrà deciso a breve dopo uno studio di fattibilità fra quelli previsti dal piano provinciale, vale a dire quelli di Bonassola, Rocchetta e Borghetto.

Per quanto riguarda la produzione di cdr, la parte di residuo combustibile, andrà a ridursi in seguito all’aumento delle quantità di rifiuti differenziati. Per il momento l’Acam ha in piedi varie soluzioni per lo smaltimento fuori provincia. E’ iniziata anche la ricerca di un sito dove realizzare la piattaforma per gli imballaggi della differenziata. Un’operazione quest’ultima che consentirà un riciclo di qualità e quindi maggior introiti dalla vendita. Risorse che arriveranno anche dall’utilizzo di una filiera corta di consorzi grazie alla mediazione del Conai.