La Spezia, 4 dicembre 2009 - Nei primi 11 mesi del 2009 il consiglio comunale è costato alla comunità spezzina poco meno di 234mila euro. Poco? Tanto? Quanto basta? La cifra in sé non dice nulla e le valutazioni sul livello di produttività, che sono comunque altra cosa rispetto al giudizio sulla qualità dell’attività amministrativa, di dibattito e di controllo, devono tener conto di alcuni parametri di riferimento essenziali. I numeri sono stati illustrati, su esplicita richiesta di alcuni membri del consiglio, nel corso dell’ultima riunione della commissione bilancio. E si riferiscono all’indennità di presenza, il famoso ‘gettone’ — 63,9 euro lordi — che i 40 consiglieri di piazza Europa percepiscono ogni volta che partecipano a una seduta dell’assemblea o a una riunione di commissione.

 

A guidare la classifica è il comunista Roberto Luciano Masia, con 12.332 euro. Seguono, a stretto giro di boa, il leghista Giancarlo Di Vizia (12.204 euro) e Angelo Majoli della lista ‘Una nave in giardino’. Chiudono la «top five» Giulio Guerri (10.543 euro) e Paolo Gagliardelli (10.032 euro). Ci sono delle considerazioni da fare, indispensabili per comprendere le dinamiche che hanno determinato la ‘graduatoria’. La prima ha a che fare con la presenza di gruppi rappresentati da un solo componente.

 

E’ il caso, ad esempio, del Pdci, dei Socialisti, dei Liberaldemocratici e della Lega Nord: chi è capogruppo di se stesso partecipa, giocoforza, a un numero maggiore di riunioni in seno alle varie commissioni consiliari. Questo spiega il buon ‘piazzamento’ di Masia, Cavallini e Di Vizia. Un capitolo a parte è quello degli avvicendamenti. L’ammontare dell’indennità in alcuni casi ha risentito del fatto che i consiglieri che ne avevano diritto hanno lasciato in corsa la poltrona: è il caso di Massimo Lombardi dimessosi dai banchi di Rifondazione in primavera. Stesso discorso per Gian Luigi Burrafato, oggi consigliere di opposizione a Podenzana, e Alessandro Pollio, promosso alla carica di assessore allo sviluppo e all’innovazione economica. Introiti più 'modesti' anche per le new entry: è il caso di Adolfo Carnieri, subentrato a Pollio, Edmondo Bucchioni, che ha preso il posto di Lombardi, e Alberto Corsi, entrato in consiglio con l’uscita di Burrafato.

 

Ecco l’elenco dettagliato. Alessio Anselmi (Pdl): 3.450; Paolo Asti (Pdl): 5.112; Luca Basile (Pd): 2.428; Mauro Bornia (Pd): 5.495; Lorenzo Brogi (Pdl): 6.837; Edmondo Bucchioni (Prc): 2.108; Gian Luigi Burrafato (lista Burrafato): 5.175; Adolfo Carnieri (Pd): 830; Paolo Carro (Pd): 6.262; Tiziana Cattani (Pd): 4.025; Flavio Cavallini (Pse affiliato a Sinistra e Libertà): 9.329; Fabio Cenerini (Pdl): 3.897; Valentina Chiavacci (Pd): 4.089; Marcella Conti (Pd): 2.619; Alberto Corsi (Pdl): 1.469; Simona Cossu (Prc): 4.728; Laura Cremolini (Pd): 3.195; Luigi De Luca (Pdl): 6.837; Marcello Delfino (Pd): 4.153; Giacomo Di Capua (Pdl): 702; Gian Carlo Di Vizia (Lega Nord): 12.204; Maria Grazia Frijia (Pdl): 1.980; Paolo Gagliardelli (gruppo misto): 10.032; Alessandro Gai (Pdl): 2.683; Giacomo Gatti (Pdl): 4.536; Giulio Guerri (gruppo misto): 10.543; Luca Liguori (gruppo misto): 9.073; Massimo Lombardi (Prc): 894; Angelo Majoli (lista Schiffini): 12.013; Sauro Manucci (Pdl): 7.795; Antonio Marcobello (Pd): 4.409; Gianfranco Marinaro (Pd): 3.642; Jonathan Marsella (Pd): 2.428; Paolo Martinelli (Liberaldemocratici): 3.258; Roberto Masia (Pdci): 12.332; Paolo Messuri (Pdl): 1.789; Giacomo Peserico (Pdl): 5.048; Alessandro Pollio (Pd): 3.386; Enrico Schiffini (lista Schiffini): 1.214; Andrea Stretti (Pd): 4.600; Rinaldo Tavilla (Pd): 1.980; Riccardo Venturini (Pd): 4.664.