Mercoledì 24 Aprile 2024

"Sedala altrimenti questa rompe i c...": e per la moglie di Raf inizia l'incubo

Entra in clinica per un intervento alla spalla, ma qualcosa va storto...

Gabriella Labate

Gabriella Labate

27 Aprile 2015 – E' entrata in clinica per un intervento alla spalla. “Dovevo fare un'anestesia locale e ho chiesto di non voler dormire se non necessario”. Inizia così il calvario di Gabriella Labate, attrice e showgirl, nonché moglie di Raf. Ha scelto gli studi di Domenica Live per raccontare la sua storia, un caso di malasanità. Ha rischiato di perdere un polmone, ma le conseguenze sarebbero potute anche essere peggiori. I problemi cominciano una volta entrata in sala operatoria. Secondo quanto racconta la Labate, l'anestesista non sarebbe stata d'accordo con la richiesta di evitare, se possibile, l'anestesia.

“Mi diceva: 'Ma tu sei ansiosa...Soffri di attacchi di panico?'. […] Poi ha preso un ago e con la sondina mandava impulsi elettrici al nervo che si doveva addormentare. E' entrata con questo ago, ho sentito una scossa fortissima al centro del petto. L'ho detto subito. E lei mi trattava in maniera arrogante e poco gradevole”. Tre minuti dopo aver subito l'iniezione, la Labate sente “come una pressione che mi schiacciava il petto”.

Chiede aiuto, chiama la dottoressa, ma nessuno risponde. “A quel punto ho iniziato a urlare, a chiedere disperatamente aiuto perché stavo male. Ho iniziato a urlare anche il nome del chirurgo, ma non mi filava nessuno”. I suoi lamenti sembrano infastidire l'anestesista. “Ho sentito che diceva: 'Sedala altrimenti questa rompe i c...i per tutto l'intervento”.

La Labate aveva firmato il consenso, ma sostiene ci fosse un “accordo verbale perché io chiedessi la totale”. Proprio mentre sta chiedendo aiuto, si rende conto che sta perdendo i sensi. Le ultime parole che sente sono quelle di un infermiere: “Non è che abbiamo fatto qualcosa di male noi perché la signora urla così tanto”. La moglie di Raf urlava “perché mi avevano bucato un polmone”.

Quindi l'intervento, il risveglio e quei flash: “Durante l'operazione ogni tanto riprendevo coscienza e dicevo: toglietemi il lenzuolo dalla bocca, non respiro. Non avevo alcun lenzuolo sulla bocca: non respiravo”. Viene dimessa il giorno dopo, chiede di essere visitata “ma nulla”. Suo marito, Raf, insiste perché qualcuno intervenga: “Era disperato, avevo tutte le mani viola. E l'anestesista telefonava e diceva: tenetela sedata, questa ha attacchi di panico. L'ho trovato schifosamente offensivo per chi ha davvero attacchi di panico”.

A casa la Labate sta male, ha paura di morire. Un amico la convince a farsi ricoverare in clinica: “Si sono resi conto che non avevo un polmone, mi hanno fatto una tac e mi hanno portata in sala operatoria con un chirurgo toracico. E' stata un operazione fatta con urgenza”. La Labate non nomina la clinica dove l'hanno operata alla spalla, però manda un messaggio all'anestesista: “Si metta una mano sulla coscienza perché si ricordi dove l'ha persa, perché chiedere perdono fa bene a se stessi”.