Giovedì 18 Aprile 2024

LA STORIA Trentanove anni in cella da innocente. "Non ha ucciso: il testimone mentì"

Stati Uniti, il 57enne ora è libero. Ma rischiò di essere giustiziato dall'inviato Giampaolo Pioli

JACK__WEB

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NEW YORK, 22 NOVEMBRE 2014 - ESCONO dal carcere a catena. Hanno già trascorso ingiustamente decenni dietro le sbarre o nel braccio della morte. Sono stati accusati da testimoni distratti, corrotti o minacciati. La loro libertà è arrivata solo con la prova del DNA o con l’ammissione di una falsa deposizione. Un giudice dell’Ohio, dopo meno di un’ora di camera di consiglio, ha liberato ieri Ricky Jackson, 57 anni, condannato insieme con altre due persone per l’omicidio di un uomo d’affari nel 1975. Ma Jackson era innocente e ci sono voluti 39 anni per dimostrarlo.

«La lingua inglese – ha detto lasciando commosso il penitenziario – non ha le parole per esprimere quello che sento in questo momento». Ad accusarlo, dietro un vetro della centrale di polizia quasi 40 anni fa, fu un ragazzino di 13 anni impaurito dai bruschi modi di un detective che gli aveva suggerito minaccioso su chi puntare il dito, quando i sospetti hanno sfilato su una pedana nell’altra stanza. Solo lo scorso anno l’ex testimone ragazzino ha ritrattato e i condannati per lo stesso omicidio hanno cominciato a uscire di galera. Ieri, assieme a Jackson, è stato rilasciato anche Wiley Bridgeman che si riteneva fosse un suo complice.

ALL’AFROAMERICANO inizialmente era stata inflitta addirittura la pena di morte, ma poi la sentenza venne trasformata in ergastolo, perché il suo Stato, l‘Ohio, sospese le esecuzioni. Ieri Jackson con una barba grigia da filosofo, ha ringraziato i responsabili dell’Ohio Innocence Project e ha usato anche parole garbate per il suo giovane accusatore che ha ritrattato tutto.

Jackson aveva sostenuto la sua innocenza fin dall’inizio. Adesso, dopo la scarcerazione, è molto probabile che intenti una causa civile contro la città e chi lo ha mandato ingiustamente in carcere, addirittura sfruttando una testimonianza estorta a un ragazzino.

dall’inviato Giampaolo Pioli