La spia della porta accanto

Il commento

Lucca, 7 febbraio 2016 - Quando assessore alla sicurezza, forze dell’ordine e dirigenti del Comune si presentarono più di un anno e mezzo fa a San Concordio di Moriano (frazione collinare nel Comune di Lucca) per presentare ai residenti un innovativo progetto, molti arricciarono il naso pensando alle solite parole vuote della politica. Quando nel limitrofo borgo di Arsina, l’amministrazione comunale ha iniziato a installare cartelli segnaletici (con la scritta ‘Controllo di vicinato’) e telecamere collegate h24 con vigili, polizia e carabinieri, qualcuno ha iniziato invece a pensare che stavolta si volesse realmente fare sul serio. Lassù, nascoste tra olivi e viti, briciole di case assolate. E soprattutto... isolate. Prese di mira senza soluzione di continuità dai ladri. Per anni. Al punto che i residenti, organizzati in comitati dalle civili proteste, avevano provato in ogni sede a far sentire la propria voce. Poi, ascoltata. Oltre ai cartelli sulla strada e al Grande Fratello sempre acceso che garantivano e garantiscono un deterrente rispetto a furti e rapine (i risultati finora incrociando le dita sono stati molto positivi) i residenti hanno però cambiato anche abitudini e mentalità.

Utilizzando sì le nuove tecnologie, quindi un apposito gruppo WhatsApp, lo scambio di informazioni sui social network, sistemi di sicurezza più efficaci e piccole accortezze come segnalare a persone di fiducia una lunga assenza dalla propria abitazione. Ma soprattutto hanno fatto un cambio di passo nel farsi letteralmente i fatti altrui. In maniera tutt’altro che maliziosa. Un ritorno al passato, in cui nelle piccole realtà, tutti conoscevano tutti. Abitudini comprese. Un percorso mentale esattamente inverso rispetto all’evanescenza pragmatica del messaggino sul cellulare. Insomma oltre all’SMS anche un nuovo modo di fare comunità, di fare squadra contro un avversario così difficile da sconfiggere. E debellare.