Il caldo regala una vendemmia da sogno, "L’importante è che non piova ora"

Le Cinque Terre pronte alla raccolta. Occhi puntati su Levanto

GRAPPOLI  Chicchi dorati e bucce dure: c’è ottimismo fra i viticultori che parlano di buona qualità dell’uva UNICO In un paesaggio straordinario, sospesi sopra il mare, ci si prepara alla vendemmia 2015, che sembra garantire vini di qualità grazie alla calda estate

GRAPPOLI Chicchi dorati e bucce dure: c’è ottimismo fra i viticultori che parlano di buona qualità dell’uva UNICO In un paesaggio straordinario, sospesi sopra il mare, ci si prepara alla vendemmia 2015, che sembra garantire vini di qualità grazie alla calda estate

La Spezia,27 agosto 2015 - Preparate i calici. Sarà un vendemmia eccezionale. Lo dicono i viticultori. In quel tratto di Liguria che dalla val di Vara passa per le Cinque Terre e arriva in val di Magra e in cui è già magica la simbiosi che si crea fra il sole e il vento, il mare e i colli, sembra che questa estate eccezionalmente calda e senza piogge abbia favorito i vigneti. E tutti concordano sul fatto che in termini di qualità sarà una grande annata. «Forse si scenderà di quantità, ma ci saranno incrementi sostanziosi in termini di qualità. Non è possibile, a vendemmia appena cominciata, fornire dati e statistiche, ma c’è soddisfazione e ottimismo» spiega Renato Oldoini, presidente di Confagricoltura.

Da capire come risponderanno i vigneti di Levanto duramente maltrattati dal violento nubifragio che la notte fra domenica e lunedì ha colpito questo lembo di Liguria. Sui grappoli si sono riversati 183 millimetri di acqua in soli tre ore e i danni, soprattutto ai chicchi più esposti, si sono visti subito. Gli agricoltori della cooperativa ‘Vallata di Levanto’ sperano di salvare più grappoli possibile, confidando soprattutto in quelli più ‘bassi’ e più nascosti: anche loro, del resto, concordano sul fatto che «le premesse per un’ottima vendemmia c’erano tutte». Il che fa crescere l’amarezza e il dispiacere. Per il resto, c’è fiducia. Anche in Val di Vara, dove la produzione di vino è circoscritta, ma sono intensi l’entusiasmo, la passione e la professionalità con cui vengono curati quei filari.

Ci sono, poi, le Cinque Terre e lì fra sentieri a strapiombo e dirupi, in appezzamenti sostenuti da muretti a secco, dove non esiste la possibilità di meccanizzazione si coltivano Vermentino, Bosco, Albarola. Non sono più i 1300 ettari coltivati fino a metà del secolo scorso, ma coloro che hanno scelto di vivere nei campi raccolgono, oggi, grandi soddisfazioni. Spiega il responsabile delle relazioni esterne del Parco nazionale delle Cinque Terre, Luca Natali: «Fino alla metà del socolo scorso, vivere di agricoltura era pressocché obbligatorio, poi tante persone hanno avuto la possibilità di scegliere e lo hanno fatto preferendo alla vita nei campi quella nel turismo, in Acam, nelle Ferrovie o all’Arsenale o in mare. Così gli ettari di vigneti sono scesi bruscamente: siamo arrivati anche ad ottanta. Oggi sono un centinaio: tanti piccoli produttori – 23 solo nel Parco – che producono vini di qualità. Il Parco aiuta i contadini, convinto che siano loro che ‘‘reggano’ il territorio e il turismo».

Peccato per quel nubifragio, perché l’estate aveva regalato un clima perfetto per la vendemmia. Dall’azienda Cheo di Vernazza spiegano: «E’ stata un’estate ottimale per il caldo e per la luce. E l’abbassamento delle temperature degli ultimi giorni si sta rivelando ideale, l’importante è che non piova ora. Noi cominciamo proprio domani (oggi, ndr) con la vendemmia di piccoli campioni, poi il ‘grosso’ lavoro comincerà la prossima settimana. Le nostre vigne sono molto basse, sono praticamente sul mare e maturano presto. Siamo fiduciosi – conclude – ma non è possibile fare alcun tipo di previsione prima che la nascita del vino cominci il suo percorso in cantina».