Sabato 27 Aprile 2024

Terrorismo 'nero', due perquisizioni anche alla Spezia

Nell'ambito dell'inchiesta nazionale sull'eversione neofascista. Cercavano armi per colpire questure, prefetture e uffici di Equitalia

I carabinieri (Foto archivio)

I carabinieri (Foto archivio)

La Spezia, 22 dicembre 2014 - Avevano elaborato un piano per "minare la stabilità sociale" del Paese compiendo attentati e atti violenti nei confronti di obiettivi istituzionali come Prefetture, Questure e uffici di Equitalia, prevedendo in un secondo momento di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito. Per mettere in pratica i loro obiettivi avevano avviato la ricerca di armi, recuperandone alcune sotterrate dopo l'ultima Guerra mondiale e acquistandone altre in Slovenia tramite contatti locali o approvvigionandosi con una rapina, già pianificata, di armi detenute da un collezionista (progetto sfumato solo dopo il ritiro delle stesse da parte dei carabinieri di Pescara a seguito di un'attivazione del ROS).

Inoltre usavano il web, in particolare Facebook, come strumento di propaganda eversiva, incitamento all'odio razziale e proselitismo. Sono alcuni dei dettagli che emergono dall'indagine avviata nel 2013 dai carabinieri del ROS nei confronti dell'associazione clandestina chiamata "Avanguardia Ordinovista" che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento politico neofascista "Ordine Nuovo" e ponendosi in continuità con l'eversione nera degli anni '70, progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali per sovvertire l'ordine democratico dello Stato. prefetture e uffici di 

Questa mattina con l'operazione "Aquila nera" i carabinieri hanno smantellato il gruppo eseguendo in varie province italiane, (La Spezia, Chieti, Pescara, L'Aquila, Teramo, Padova, Milano, Como, Varese, Lodi, Pavia, Roma, Rieti, Ferrara, Gorizia, Ascoli Piceno, Napoli, Sassari, Modena, Napoli, Udine e Torino) 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere e tre agli arresti domiciliari, emesse dal gip del Tribunale di L'Aquila su richiesta della locale Procura: gli indagati sono accusati di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, associazione finalizzata all'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi nonché tentata rapina.

Contestualmente sono state eseguite delle perquisizioni a carico di altri 31 indagati a piede libero per gli stessi reati. Le indagini hanno documentato che il gruppo era guidato da Stefano Manni, che sarebbe stato il punto di riferimento per le attività di proselitismo, reperimento armi e ricerca di fondi per l'organizzazione. Nato ad Ascoli Piceno il 19 luglio 1966 e residente a Montesilvano, Manni vanta un legame di parentela con Gianni Nardi, terrorista neofascista che negli anni '70, insieme a Stefano Delle Chiaie, Giancarlo Esposti e Salvatore Vivirito, era uno dei maggiori esponenti di "Ordine Nuovo". Su Facebook Manni aveva realizzato un doppio livello di comunicazione: uno attraverso un profilo pubblico, dove lanciava messaggi per alimentare tensioni sociali e suscitare sentimenti di odio razziale, in particolare nei confronti delle persone di colore; un altro attraverso un profilo privato, limitato ad un circuito ristretto di sodali, dove discuteva le progettualità eversive del gruppo.