Tasse alle stelle, le aziende lavorano fino ad agosto per pagare

La pressione sale al 63,3% e supera la media nazionale. Il grido della Cna: "Colpa delle imposte locali"

AMAREZZA Il presidente della Cna, Federica Maggiani, mentre taglia la torta dei guadagni... in fumo

AMAREZZA Il presidente della Cna, Federica Maggiani, mentre taglia la torta dei guadagni... in fumo

La Spezia, 1 novembre 2014 - LA TORTA c’era, la candelina pure. Mancava soltanto il motivo per festeggiare. Al ‘party’ organizzato dalla Cna hanno risposto tanti piccoli imprenditori, ma non gli amministratori pubblici: gli unici che in realtà avrebbero avuto davvero un buon motivo per leccarsi i baffi. Il 63,3 per cento del dolcetto, infatti, era per loro. Una fetta immensa per sfamare il mostro fiscale a tre teste che gli imprenditori spezzini ben conoscono. Stato, Regioni e Comuni si contendono il primato dell’ente sanguisuga, rendendo quotidianamente sempre più difficile la sopravvivenza di piccole e medie imprese. Spezia si colloca a metà nella classifica della pressione fiscale, superando addirittura la media nazionale. A fare la differenza sono appunto le imposte locali che in quattro anni sono cresciute di tre punti percentuale. Nel 2011 la tassazione per gli artigiani e le Pmi era ‘appena’ del 60,9 per cento, nel 2012 del 64,2 e l’anno successivo del 63,4. Tradotto significa che gli spezzini al comando delle aziende lavorano fino al 20 agosto – quindi ben 202 giorni – soltanto per pagare. Quel che resta, in termini di risorse (il 36,7 per cento, appunto) servirà poi per pareggiare i conti con i dipendenti, i fornitori, per saldare l’affitto, gli obblighi di legge in materia di sicurezza, per compensare le spese dell’amministrazione quotidiana e magari guadagnare qualcosa da spendere negli appena 163 giorni che gli imprenditori possono godersi fuori dalla propria attività. «La pressione fiscale è alle stelle – ha spiegato Angelo Mattellini, direttore provinciale della Cna – a fronte di un debito pubblico che non sembra potersi arrestare e di servizi che non riescono a soddisfare le richieste». A fare la differenza alla Spezia - rispetto alle altre 111 città italiane esaminate - sono i costi maggiori per lo smaltimento dei rifiuti, gli affitti dei capannoni artigianali e la sempre più diffusa tassa di soggiorno: nell’ultimo mese si sono aggiunti anche i Comuni di Riomaggio e Lerici. Alla fine della fiera nelle tasche degli imprenditori rimangono 18.338 euro. Una cifra che permette alla nostra provincia di collocarsi al 65simo posto nella classifica dei più tartassati. Il trend negativo prosegue dal 2011: da quell’anno sono andati in fumo 1.214 euro di introiti pari ad un - 6,2 per cento. Subito sotto di noi c’è Avellino i cui artigiani hanno perso tra il 2013 e il 2014 oltre 1.747 euro. L’Osservatorio permanente della tassazione – messo a punto per 112 Comuni italiani – non permette di essere troppo ottimisti. «A rischio ci sono la nostra competitività e la nostra capacità di essere appetibili a livello nazionale – ha aggiunto con amarezza Federina Maggiani, presidente Cna –. Gl iimprenditori hanno sempre meno risorse da investire nella ricerca e le conseguenze sono facilmente immaginabili. La nostra confederazione chiede servizi a tariffe eque e politiche di promozione da parte degli enti pubblici. Ci apsettiamo da parte del governo la revisione dell’intero sistema fiscale».

Elisa Capobianco