Ora sono tre gli indagati per la morte di Davide

Lo studente fu travolto dal treno dopo aver fatto uso di cocaina: ecco come andò TRAVOLTO DAL TRENO SOTTO EFFETTO DI COCA

Un treno (foto generica d'archivio)

Un treno (foto generica d'archivio)

La Spezia, 16 ottobre 2014 - CI SONO tre indagati all’esito dell’inchiesta sulla morte di Davide, lo studente 17enne del “Domenico Chiodo” travolto dal treno la notte del 28 maggio del 2013. Nessun suicidio dunque come si era supposto nei primi giorni, le indagini minuziose dei carabinieri della Compagnia di Sarzana che hanno ricostruito le ultime 48 ore del ragazzo hanno portato al deferimento all’autorità giudiziaria di A.F., 37anni, originario della Calabria ma residente alla Spezia, K.B.K 35 anni, marocchino residente nella provincia di Massa Carrara e R.G., 20anni, abitante ad Arcola. Davide era sotto l’effetto della cocaina quando finì sotto al treno e, probabilmente, era alla sua prima “sniffata”. La droga gli era stata ceduta gratuitamente, forse con un obiettivo: avviarlo alla dipendenza. La consumazione avvenne in base alla ricostruzione fatta dagli investigatori dell’Arma nel pomeriggio dopo le 17, assieme ad altri due amici.

Poi si è aggiunto l’alcol e forse alcune “canne”. In piena notte attorno alle 2,30 quando lo studente è stato riaccompagnato a casa non se l’è sentita di rientrare, temeva forse che i suoi si rendessero conto dello stato in cui si trovava. E’ salito su un ponte e quando attraversò i binari era in uno stato di alterazione psicofica sfidò il treno convinto che sarebbe riuscito a saltare dall’ altra parte senza conseguenze. Aveva quella sensazione di onnipotenza tipica di chi assume all’inizio cocaina. Attraverso i tabulati telefonici, testimonianze pedinamenti i carabinieri sono riusciti a costruire l’esatta dinamica dei fatti. La posizione più grave è quella di A.F. che, oltre al reato di cessione di stupefacente ipotesi di accusa che ha colpito anche il marocchino, deve rispondere di morte in conseguenza di un altro delitto (art.586) con l’aggravante di aver ceduto stupefacente ad un minore. R.G. , il 20enne di Arcola è accusato invece di aver reso false testimonianze sulla vicenda. Avrebbe addirittura negato di conoscere Davide quando il giorno prima della tragedia lo aveva incontrato ad Arcola e con il cellulare dello studente aveva parlato col padre. La famiglia dello studente ha sempre cercato la verità, assistita dall’avvocato Alessandro Silvestri. E l’obiettivo è sicuramente nobile: evitare che altri ragazzi facciano la terribile fine del loro figlio. Al lavoro gli avvocati difensori Elena Boracchia, Luigi Pace e Salvatore Stelitano per esaminare gli atti dopo il deposito dell’avviso conclusione indagini.