Doping, ciclisti spezzini sotto choc. "Fatto gravissimo sul piano morale"

Duro intervento del presidente Fci sull’inchiesta “Ruote pulite’’

Ciclismo

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La Spezia, 2 marzo 2017 -  IL MONDO del ciclismo spezzino è rimasto scosso dall’inchiesta sul doping denominata ‘Ruote pulite’, che ha visto coinvolte otto persone, una delle quali finita in manette e altre sette denunciate. Per questo motivo, il comitato provinciale della Fci (Federazione ciclistica italiana) della Spezia, ha ritenuto doveroso intervenire sull’argomento. «Non potevamo rimanere in silenzio sulla vicenda del traffico di farmaci con effetti dopanti che, se confermato, costituisce un fatto gravissimo dal punto di vista sportivo, ma ancor più da quello morale». Interviene duramente il presidente Maurizio Taddei a tutela del movimento ciclistico spezzino e della Fci.

«Da anni combattiamo la pratica del doping – prosegue - e per questo è giusto precisare che i soggetti coinvolti non sono tesserati per società appartenenti alla nostra federazione, ma a sodalizi affiliati ad enti di promozione sportiva, peraltro extraregionali». Ed a riprova della serietà con cui la Fci ha affrontato la lotta al doping anche nelle categorie amatoriali, aggiunge: «Questa battaglia la stiamo portando avanti con forza, differentemente da altri enti e la dimostrazione sta negli interventi: Marco Buratti, uno degli individui coinvolti, infatti, risulta essere stato squalificato dalla Unione Ciclistica Internazionale già nel 2008 per utilizzo di sostanze dopanti, mentre un altro, Alessio Ricciardi, è stato trovato positivo per eritroproietina ad un controllo del Ministero della Salute nel settembre 2016». Quest’ultimo appunto si riferisce alla gara ‘Tre Valli’, disputata nella provincia di Varese sei mesi fa, con verifiche sull’uomo sollecitate alla procura sportiva dagli inquirenti spezzini. Lo sguardo di Taddei, poi, si allarga ai giovani e alla questione morale.

«Fatti come questo, che hanno portato alla luce l’utilizzo da parte di alcuni soggetti della nostra provincia di sostanze dopanti, rischiano di vanificare gli sforzi che le nostre società, fatte di persone serie e preparate, compiono tutti i giorni, per trecentosessantacinque giorni all’anno, con la volontà di divulgare il nostro splendido sport. Soprattutto a livello giovanile, l’attività sportiva ha un indubbio risvolto sociale e questi episodi negativi influiscono su tutto il movimento. Non bisogna dimenticarlo mai».

Marco Magi