Polo Marconi; crescono le matricole ma incombe la scure dei tagli

Preoccupa il quadro di incertezza che domina i conti di provincia e Camera di Commercio

Studenti al Polo Marconi (foto repertorio)

Studenti al Polo Marconi (foto repertorio)

La Spezia, 28 settembre 2014 - LA NUOVA SEDE che tarda ad arrivare. Per non parlare di rischi di contraccolpo finanziario tali da mettere in difficoltà il bilancio. C’è anche la crisi che sta tagliando le gambe alla nautica e rendendo un po’ più difficili le assunzione dei neo-laureati. Iniziato ufficialmente il nuovo anno accademico, il Polo Marconi si ritrova a far fronte ad alcuni nodi cronici. Problemi che si inseriscono in un quadro positivo contraddistinto dal trend in crescita delle matricole, grazie agli stranieri, fino ad arrivare allo sviluppo di ricerca e sperimentazione.

Facciamo il punto con Dino Nascetti, confermato fino al 2016 presidente di Promostudi, la fondazione che coordina e gestisce l’università spezzina.

Nascetti, sotto l’aspetto finanziario, qual è la situazione del Polo? «Le spese correnti si basano ancora sulle risorse dei soci fondatori, il Comune, la Provincia, l’Autorità portuale entrata l’anno scorso. E ancora, soci molti importanti come la Fondazione Carispezia, la Camera di commercio e Confindustria. Oltre a queste soci riceviamo da Genova gran parte dei contributi degli studenti. Infine sui programmi legati all’innovazione chiediamo finanziamenti da privati e dall’Europa per pagare i ricercatori».

Non esistono difficoltà economiche?

«C’è un quadro di incertezza che si profila all’orizzonte e che ci preoccupa. È il futuro di due dei nostri sostenitori, Provincia e Camera di commercio. Non si sa se potranno contare sulle risorse di un tempo. Il venire meno di questi finanziamenti potrebbe portare problemi notevoli».

A quando la nuova sede?

Siamo qui sui Colli e temo ci resteremo per diversi anni. Il progetto del nuovo campus avrà tempi più lunghi di quanto si sperava. Tanto che abbiamo iniziato lavori di manutenziuone ai nostri edifici. Lavori che contavamo di risparmiare dovendo andar via, secondo un primo programma, alla fine del 2015».

Ma non era quasi tutto pronto per il trasloco al Falcomatà?

«Un nostro armadio è tutto pieno di faldoni e carte del nuovo progetto, costato oltre 50mila euro. Aspettando il passaggio dell’edificio dell’ospedale militare, prossima sede del Polo Marconi, dalle strutture militari a quelle del Comune. Il processo burocratico sta andando avanti. Tra un mese o due dovrebbe esserci la consegna provvisoria dell’immobile al Comune, in modo da avviare le procedure di gara europea, che richiedono parecchi mesi. Nel tempo in cui si sviluppa la gara di appalto, si spera venga completato il passaggio dell’immobile al Comune. Solo in questo modo, una volta fatta la gara, si potranno avviare i lavori. Aspettiamo».

Tempi di iscrizioni e numeri degli studenti?

«Una matricola ha tempo per iscriversi fino al 31 ottobre. In generale stiamo superando quota 800 studenti, lontani dai 1.040 registrati prima di perdere informatica e meccatronica, ma con un trend in crescita, grazie agli stranieri. A oggi, nelle iscrizioni delle matricole, siamo in crescita. Ingegneria meccanica ha dati costanti, 52 iscritti. Aumenta invece ingegneria nautica salita a 72, poco sopra al numero degli iscritti del 2013. Un trend che riprende la crescita. A meccanica gli iscritti sono soprattutto spezzini, a ingegneria navale arrivano da ogni parte d’Italia e del mondo».

Prospettive prossime venture?

«Appena avremo le idee chiare sulla nuova sede, discuteremo di come sia possibile portare alla Spezia la facoltà di ingegneria navale con indirizzo militare e fare qui tutte le progettazioni che riguardano la Marina. E’ questo l’obiettivo anche dell’intesa stabilita dalla Marina. con la qual stiamo portando avanti importanti accordi, anche per l’insegnamento. Non solo. Vogliamo dotare il Polo Marcone di una stampantE 3D per dare forma alle progettazione degli studenti».